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LAVORO E BENESSERE: COMBATTERE LO STRESS PER RIDURRE GLI INFORTUNI

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“Quando parliamo di lavoro e benessere ci rivolgiamo al cuore dell’amministrazione comunale che è rappresentato dai dipendenti della pubblica amministrazione. Pertanto fare attività di supporto e formazione sul tema che riguarda la gestione del conflitto è un elemento importante per aumentare anche la produttività all’interno della pubblica amministrazione, dove si misura con migliori servizi e più efficienti. Per fare questo non possiamo solo rivolgerci ai dipendenti dei Comuni ma dobbiamo anche rivolgerci anche alla parte dell’amministrazione, quella che dà l’indirizzo, fa delle scelte e che rappresenta l’ente che governa. Con il nostro supporto, con i nostri tre progetti, abbiamo cercato di aumentare l’elemento del benessere, del dialogo tra dipendenti ma soprattutto abbiamo cercato di coinvolgere le amministrazioni, che guidano ed indirizzano l’ente. Con il progetto “Io e gli altri” abbiamo coinvolto quasi mille dipendenti e con Inpluserv sette paesi, tra cui anche l’Italia, in una progettazione europea, di cui Anci Umbria è capofila insieme ad altri partner europei, proprio per comparare altre esperienze di gestione dei conflitti all’interno dei luoghi di lavoro in altri paesi europei”, Silvio Ranieri.

A Perugia l’iniziativa di Inail e Inca Cgil Umbria sulla prevenzione

Lo stress correlato al lavoro non solo aumenta il rischio di un infortunio professionale, ma anche quello di un infortunio nel tempo libero. Alcuni studi rivelano che le persone che sul lavoro devono mantenere spesso un livello di concentrazione molto alto subiscono un infortunio con una frequenza 1,5 volte più elevata nel tempo libero.

Su questo si è concentrato negli ultimi 8 anni il percorso di prevenzione di Inail Umbria e Inca Cgil, rispetto al quale ieri, lunedì 6 maggio 2024, è stato tracciato un bilancio nel corso del convegno “Lavoro e benessere” organizzato dall’istituto e dal patronato della Cgil. Un pomeriggio di lavoro e approfondimento che ha visto confrontarsi Roberto Panico, coordinatore regionale Inca Cgil Umbria, Valentina Nardi, Consulente del Lavoro e Psicologa, Alessandra Ligi, direttrice regionale di Inail Umbria, Silvio Ranieri, segretario regionale di Anci Umbria, Mirella Cleri, docente a contratto di Psicologia del Lavoro e delle organizzazioni presso la facoltà di Medicina dell’Università degli studi di Perugia e Matteo Ronchetti, ricercatore del laboratorio rischi psicosociali e tutela dei lavoratori vulnerabili Inail. Le conclusioni sono state affidate a Sara Palazzoli, dell’ufficio di presidenza dell’Inca Nazionale, settore Danno da lavoro. 

Sono stati circa 2000 le lavoratrici e i lavoratori coinvolti nei workshop di prevenzione, 10.000 quelli raggiunti dalla campagna di comunicazione. 

“La cruda realtà dei numeri in termini di infortuni, anche mortali, e delle malattie professionali ci fa capire che qualcosa non funziona – ha detto Roberto Panico, coordinatore Inca Cgil Umbria – E questo ci rende responsabili di agire concretamente per attuare una reale prevenzione, ma soprattutto un cambiamento culturale nell’approccio al mondo del lavoro da parte di tutti noi”.

“In ogni progetto abbiamo sviluppato un punto di vista diverso della cultura orgnaizzativa e l’abbiamo sviluppato – ha aggiunto Valentina Nardi, psicologa e responsabile dei progetti per Inca Cgil – Abbiamo somministrato centinaia di questionari di gradimento, in tutti era presenta la domanda: ritiene questo argomento saliente nella sua vita lavorativa quotidiana? Il 99% dei partecipanti ha risposto di sì”.

“Ho imparato a non tenermi dentro il disagio – ha raccontato uno dei lavoratori coinvolti nel progetto – ma ad affrontarlo e viverci in modo da tirar fuori tutto il malessere, per arrivare ad una soluzione che mi aiuti a continuare il percorso senza tante costrizioni e sofferenze. Vorrei davvero che chi nel lavoro prova un disagio, una difficoltà, venga aiutato a risolverli”.

“Ho appreso l’importanza delle relazioni con i colleghi di lavoro e quanto risulti vitale e prioritario sviluppare la capacità di instaurare scambi positivi e costruttivi – ha detto un altro partecipante al progetto – Nei rapporti di lavoro possono esserci delle difficoltà e delle incomprensioni, ma è possibile trasformare tutto questo in circostanze produttive e in occasioni di apprendimento. Il conflitto positivo è un momento per conoscere gli altri e soprattutto per conoscere se stessi”. 

“Conoscere i rischi del proprio lavoro ed agire per raggiungere quel benessere organizzativo necessario a garantire un lavoro dignitoso e mettere in campo la corretta tutela nei confronti di chi si ammala di lavoro, questo deve essere l’obiettivo comune – ha concluso Sara Palazzoli, dell’Inca Cgil nazionale –  Oggi troppo spesso la precarietà e la forte frammentazione del lavorano rappresentano una minaccia al diritto di ognuno di lavorare il ambienti salubri. Ma il diritto alla salute non può essere in contrapposizione con il diritto al lavoro, perché sono entrambi cardini della nostra costituzione”. 

 

Perugia, 7 maggio 2024

Ufficio stampa CGIL Umbria

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