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FEDERICO GORI: “ZES PER L’UMBRIA: UN RICONOSCIMENTO DOLCE-AMARO, DA TRASFORMARE IN OPPORTUNITÀ CONCRETA”

L’inserimento dell’Umbria tra le Zes (Zone economiche speciali) rappresenta un traguardo importante. Un passo atteso, che apre scenari interessanti per lo sviluppo regionale. Ma è anche un riconoscimento ‘dolce e amaro’”, è quanto dichiara Federico Gori, presidente di Anci Umbria.

“Dolce, – prosegue – perché finalmente si prende atto di una realtà che da anni segnaliamo con forza: l’Umbria è una regione composta per lo più da aree interne, lontane dai grandi poli economici e infrastrutturali, che troppo spesso restano fuori dai circuiti dello sviluppo. Con questo provvedimento si apre la possibilità di accedere a misure agevolative significative, in termini fiscali, burocratici e amministrativi, che possono dare ossigeno al nostro tessuto produttivo e rilanciare gli investimenti.

Ma è anche un riconoscimento amaro, perché sancisce formalmente una condizione di difficoltà strutturale. Non possiamo dimenticare che l’inserimento nelle Zes nasce proprio dalla necessità di intervenire laddove i numeri – quelli su occupazione, reddito, natalità imprenditoriale – raccontano una situazione preoccupante. È un campanello d’allarme che deve spingerci a reagire, non a rassegnarci.

Questo riconoscimento, dunque, deve essere lo stimolo per costruire un futuro diverso, non l’alibi per accettare l’esistente. Va inteso come un punto di partenza, non di arrivo. Sta a noi – istituzioni, imprese, terzo settore – cogliere questa occasione e trasformarla in uno strumento di cambiamento reale.

Serve una strategia condivisa, costruita insieme: Regione, Comuni, aziende, università, associazioni di categoria, realtà del terzo settore. Ognuno con il proprio ruolo, ma tutti dentro un progetto comune. Solo così potremo costruire misure efficaci, capaci di generare sviluppo vero, inclusivo, duraturo. Che sappiano valorizzare le specificità dei territori, puntare sulle filiere locali, sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulla formazione.

Come presidente di Anci Umbria, ribadisco l’impegno dei Comuni a fare la loro parte. Le amministrazioni locali sono in prima linea, ogni giorno, nel tenere insieme comunità, economie, servizi. Ma da soli non possiamo farcela. Servono risorse, visione e sinergia. Perché senza una regia condivisa, il rischio è che la Zes resti una sigla sulla carta, e non un motore di sviluppo.

Abbiamo di fronte una sfida vera: trasformare una condizione di svantaggio in un’occasione di rinascita. Non sarà semplice, ma abbiamo tutte le energie per riuscirci. A condizione di non abbassare la guardia, di non adagiarci. Perché i dati che ci collocano tra le regioni in difficoltà non sono un destino, ma un problema da affrontare.

L’Umbria merita di più. E oggi – conclude Federico Gori – abbiamo uno strumento in più per dimostrarlo”.

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