Servizi di prossimità, collaborazione con i Comuni e Distretti del commercio al centro dell’accordo. Le due organizzazioni chiedono alla Regione Umbria un incontro per presentare e discutere nove proposte operative
Confcommercio Umbria e Anci Umbria hanno firmato oggi, nella sede di Confcommercio a Perugia, un avviso comune che mette al centro una visione condivisa di rigenerazione urbana, fondata su alcuni principi cardine: l’inscindibile connessione tra il mondo dei servizi di prossimità, privati e pubblici, e la vita di città e borghi; la necessità di collaborazione sinergica tra chi amministra i territori e chi vi fa impresa quando si parla di rigenerazione urbana; la centralità dei Distretti del commercio come strumento operativo per trasformare questa visione in politiche concrete.
I DATI DI CONTESTO
Il documento arriva in un momento di grande fragilità per le città italiane. Secondo gli ultimi dati dell’Ufficio Studi Confcommercio, negli ultimi dodici anni il Paese ha perso oltre 140 mila attività commerciali, di cui 118 mila negozi in sede fissa. Se le attuali dinamiche proseguissero senza interventi di rigenerazione urbana, entro il 2035 potrebbe scomparire un quinto delle imprese del commercio: circa 114 mila attività in meno, con un impatto diretto sulla qualità della vita e sull’accessibilità ai servizi per i cittadini.
Un ulteriore elemento di allarme proviene dalla densità commerciale, ovvero il numero di imprese attive ogni mille abitanti, indicatore chiave della vitalità di un territorio. Dai dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confcommercio (su dati Centro Studi Tagliacarne e Istat) anche nei principali comuni umbri emerge una tendenza particolarmente preoccupante.
A Perugia, la densità commerciale è passata da 9,4 attività ogni mille abitanti nel 2012 a 7,2 nel 2024, con una proiezione di appena 5,5 attività nel 2035. Un calo potenziale di oltre il 23% in dieci anni.
Anche Terni segue un trend simile: da 11,7 attività ogni mille abitanti nel 2012 a 9,3 nel 2024, con una stima di 7,4 attività nel 2035, pari a una contrazione del 23,1%.
Due città diverse, una tendenza comune: l’Umbria rischia di scivolare verso una progressiva perdita di servizi e presidi sociali.
A questo quadro già complesso si aggiunge il tema dei negozi sfitti: in Italia sono più di 105 mila, e l’Umbria registra una delle incidenze percentuali più elevate del Paese (20,4%, contro una media nazionale del 15,1%) e 2.155 negozi sfitti. Un dato che evidenzia quanto la regione sia esposta al rischio di desertificazione urbana.
L’AVVISO CONFCOMMERCIO ANCI UMBRIA 2025
L’avviso comune sottoscritto da Confcommercio Umbria e Anci Umbria richiama il percorso iniziato nel 2015 con il protocollo nazionale Anci–Confcommercio, proseguito con gli accordi quadro regionali del 2015 e del 2021, e rilancia la collaborazione con una piattaforma di lavoro aggiornata alle sfide attuali: spopolamento, trasformazione dei consumi, digitalizzazione, nuovi bisogni dei cittadini.
Le due organizzazioni individuano una strada chiara: rigenerare le città significa ricostruire un ecosistema urbano basato sull’integrazione tra servizi pubblici e attività economiche, che non possono più essere considerati elementi separati. Un negozio che chiude non è solo un’impresa che scompare, ma un pezzo di città che si spegne: è un presidio che viene meno, un luogo in cui si riducono sicurezza, vivibilità, relazioni sociali.
Da qui anche l’importanza di una collaborazione più stretta con i Comuni, che Confcommercio e Anci vogliono rendere più stabile, strutturata e continuativa, superando la frammentazione degli interventi e promuovendo un approccio realmente integrato alle politiche urbane.
Lo strumento individuato per rendere concreta questa visione sono i Distretti del commercio, già previsti dalla normativa regionale. Confcommercio e Anci chiedono alla Regione di investirvi in modo deciso: con risorse, progettualità, capacità di coordinamento. I Distretti sono l’ambito naturale in cui Comuni e imprese possono lavorare insieme su marketing territoriale, sicurezza urbana, animazione dei centri storici, servizi condivisi, progetti di innovazione e di transizione ecologica.
NOVE PROPOSTE OPERATIVE
Nell’avviso comune, Confcommercio Umbria e Anci Umbria formulano alla Regione nove proposte operative, che comprendono: la creazione di una task force regionale per aiutare i Comuni, soprattutto i più piccoli, nella progettazione di interventi di rigenerazione urbana; la formazione dei tecnici comunali alla progettazione integrata; una revisione della normativa sui centri storici orientata alla tutela delle attività di servizio; contributi e misure fiscali per sostenere il commercio di prossimità; il rafforzamento della polifunzionalità nei borghi; la piena integrazione tra investimenti pubblici e privati nei principali strumenti di programmazione; l’istituzione di un Osservatorio regionale per la rigenerazione urbana; il consolidamento dei Distretti del commercio; nuove forme di partecipazione ex ante e di coinvolgimento attivo.
UNA VISIONE COMUNE
“La rigenerazione urbana non può essere un insieme di interventi spot”, ha dichiarato Giorgio Mencaroni, presidente di Confcommercio Umbria. “È invece un percorso di comunità che coinvolge istituzioni, imprese e cittadini. Dove chiude un negozio, non si perde solo un’attività: si perde un pezzo di città. Con ANCI lanciamo un messaggio forte: i servizi pubblici e privati sono un unico ecosistema urbano, e i Distretti del commercio sono lo strumento per renderlo vivo e funzionante”.
“Con questo avviso comune”, ha affermato Federico Gori, presidente di Anci Umbria, “rilanciamo una collaborazione aggiornata alle sfide di oggi: spopolamento, trasformazione dei consumi, digitalizzazione e nuovi bisogni dei cittadini. Rigenerare le città, i territori e i nostri borghi significa mettere al centro un ecosistema fatto di servizi pubblici e attività economiche che devono camminare insieme. Perché quando un negozio chiude non scompare solo un’impresa: viene meno un presidio di comunità, un luogo di relazione, un punto di riferimento indispensabile soprattutto nei piccoli Comuni, dove ogni servizio incide direttamente sulla qualità della vita e sulla possibilità stessa di restare.
I Distretti del commercio, già previsti dalla normativa regionale, rappresentano lo strumento naturale per progettare in modo condiviso e coordinato. Per questo chiediamo alla Regione investimenti concreti in risorse, competenze e capacità di programmazione, affinché i Distretti diventino davvero motori di marketing territoriale, sicurezza urbana, animazione dei centri storici, innovazione e servizi di prossimità.
Con le nove proposte operative presentate oggi, offriamo una direzione chiara per sostenere i Comuni – in particolare quelli più piccoli – e rendere la rigenerazione urbana una politica stabile, partecipata e capace di mantenere vivi quei presìdi che fanno la differenza nel futuro delle nostre comunità”.
Confcommercio Umbria e ANCI Umbria hanno chiesto alla Regione di convocare un incontro dedicato per illustrare e contestualizzare le proposte avanzate.
L’obiettivo è chiaro: costruire un’Umbria in cui i servizi di prossimità, pubblici e privati, siano la spina dorsale di città più attrattive, inclusive e capaci di futuro.
Fonte: ufficio stampa Confcommercio Umbria




