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COMUNI MONTANI: ANCI UMBRIA CHIEDE CHIAREZZA SULLE RICADUTE PER I TERRITORI

Il presidente Gori e il coordinatore Fugnanesi esprimono preoccupazione rispetto al percorso di revisione annunciato dal Governo

Perugia, 18 dicembre 2025 – Anci Umbria esprime preoccupazione rispetto al percorso di revisione dei criteri per l’individuazione dei Comuni montani annunciato dal Governo. Un percorso che non può essere affrontato come un mero esercizio tecnico o classificatorio, senza una valutazione chiara e preventiva delle ricadute concrete che esso comporta in termini di opportunità, risorse e politiche di sviluppo per i territori.

“Il punto non è il nome della misura né la ridefinizione formale delle categorie – dichiara Federico Gori, presidente di Anci Umbria – ma ciò che questa scelta rischia di produrre. In una fase storica in cui è indispensabile sostenere e rilanciare le realtà rurali, montane e autentiche, il rischio concreto è quello di indebolirle ulteriormente, fino ad annientarle, privando intere comunità di strumenti e prospettive”.

Le aree montane e interne non sono soltanto una classificazione geografica o altimetrica, ma luoghi vivi, che custodiscono identità, coesione sociale, biodiversità, saperi e qualità della vita. “Sono territori che rappresentano una parte fondamentale dell’identità nazionale – conclude Gori – e che svolgono una funzione essenziale di tenuta sociale, presidio del territorio ed equilibrio tra comunità e ambiente”.

Sul tema della classificazione interviene il coordinatore regionale Anci per le Politiche per la Montagna, Giampiero Fugnanesi, che sottolinea come “riguardo alla classificazione dei Comuni montani è necessario che il parametro altimetrico venga integrato da indicatori socioeconomici, alla luce dell’eterogeneità del modello territoriale e amministrativo delle aree montane del Paese. Limitarsi a criteri esclusivamente geometrici rischia di non restituire la reale complessità e fragilità di molti territori”.

Fugnanesi evidenzia, inoltre, come “il rischio maggiore non sia la revisione formale in sé, ma ciò che ne consegue: la possibile perdita di opportunità, risorse e politiche dedicate, con effetti pesanti su servizi, investimenti, capacità amministrativa e possibilità di sviluppo. Senza strumenti adeguati, questi territori rischiano di essere spinti ulteriormente ai margini”.

Per questi motivi Anci Umbria chiede urgentemente chiarezza sul percorso che il Governo intende intraprendere, a prescindere dalla denominazione delle misure. In particolar modo, vorrebbe sapere quali politiche di accompagnamento, quali strumenti di tutela e quali azioni concrete saranno messe in campo per salvaguardare queste aree e per metterle in grado di non perdere opportunità di sviluppo.

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