Il presidente Gori e la coordinatrice per le Pari Opportunità Fatigoni ribadiscono l’importanza di “una rete che lavori tutto l’anno, ogni giorno, accanto alle donne e alle comunità”
La Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne non può essere vissuta come una semplice ricorrenza. È un momento di riflessione importante, ma la gravità dei dati umbri impone che diventi soprattutto un punto di rilancio per un lavoro quotidiano.
È il messaggio del presidente di Anci Umbria, Federico Gori, richiama la necessità di trasformare la consapevolezza del 25 novembre in un impegno stabile delle istituzioni locali: “La violenza di genere non è un fenomeno episodico. È una presenza drammatica e costante che attraversa le nostre comunità. Per questo la risposta deve essere altrettanto costante, strutturata e capace di stare accanto alle donne ogni giorno, non solo quando l’attenzione mediatica è alta”.
In Umbria, oltre alle denunce, preoccupano i silenzi e le storie non raccontate: i Comuni possono fare la differenza con servizi stabili e relazioni di prossimità. Anci evidenzia l’importanza delle reti territoriali che coinvolgono istituzioni, centri antiviolenza, associazioni, scuole, forze dell’ordine e volontariato, attive tutto l’anno. “Ogni storia deve trovare una porta aperta – spiega Gori – che sia nel Comune, in un’associazione, in uno sportello di ascolto o all’interno della rete sociale di prossimità. Nessuna amministrazione può affrontare il problema da sola: la differenza la fa la capacità di costruire comunità vigilanti, presenti e capaci di sostenere chi chiede aiuto”.
Il presidente richiama anche il valore della prossimità e dell’ascolto nei piccoli Comuni umbri, dove le relazioni di vicinato possono diventare presidi di protezione se sostenuti dalle istituzioni. La sfida è costruire un sistema che mantenga alta l’attenzione ogni giorno, integrando prevenzione, ascolto e tutela. “La violenza contro le donne – conclude Gori – non si contrasta con una sola giornata. Si contrasta con una responsabilità quotidiana che coinvolge istituzioni, comunità e cittadini. Il nostro compito è continuare a esserci, sempre”.
Stesso pensiero è stato espresso anche dalla coordinatrice per le Pari Opportunità di Anci Umbria, Luisa Fatigoni: “Dal 1999 l’Onu ha istituito la Giornata contro la violenza sulle donne, ma i risultati restano insufficienti: ogni giorno si registrano nuovi casi, spesso in ambito domestico. In Italia, nonostante leggi come il ‘codice rosso’ e la recente ‘Senza consenso è stupro’, le vittime continuano ad aumentare. La violenza fisica, psicologica e sessuale rimane un fenomeno strutturale, radicato in cultura e società, che richiede un cambiamento profondo fondato su educazione e sensibilizzazione. Non possiamo dimenticare le donne che in altre parti del mondo subiscono violenze in guerra e oppressione. È necessario garantire l’applicazione delle leggi e monitorarne l’efficacia, costruendo una cultura che rifiuti la violenza in ogni forma”.
“L’aumento delle chiamate al 1522 – termina Fatigoni – dimostra che la sensibilizzazione funziona e che momenti come il 25 novembre aiutano le donne a chiedere aiuto. La violenza sulle donne è una ferita collettiva e l’impegno per contrastarla deve essere quotidiano”.




