Comunicati Stampa

DIRETTIVO DELLA CONFERENZA NAZIONALE ANCI DEI CONSIGLI COMUNALI: A PERUGIA PER PARLARE DI PACE

In occasione dell’edizione 2025 della marcia della pace Perugia-Assisi, in programma domani, domenica 12 ottobre, si è tenuta presso la sala del Consiglio comunale di palazzo dei Priori la riunione del direttivo della conferenza nazionale Anci dei presidenti dei Consigli comunali.

Presenti, tra gli altri, il coordinatore nazionale Giulio Tantillo (presidente del Consiglio comunale di Palermo), la vice coordinatrice nazionale Svetlana Celli (presidente dell’assemblea capitolina di Roma Capitale), la coordinatrice della conferenza dei consigli comunali umbri Elena Ranfa, presidente di Perugia, i vice presidenti di Perugia Simone Cenci ed Edoardo Gentili. Presenti altresì il sindaco di Betlemme Maher Nicola Canawati ed il presidente della Fondazione Centro Studi Capitini Giuseppe Moscati.

Nel corso dell’incontro è iniziata la redazione di un documento di intenti per la pace, che costituirà la base di una piattaforma utile a promuovere azioni comuni e coordinate da parte dei consigli comunali italiani. Il documento verrà completato e sottoscritto nei prossimi giorni.

Nel corso della mattinata il consiglio direttivo ha partecipato all’Assemblea degli Enti Locali per la Pace, svoltasi presso la sala del Consiglio della Provincia di Perugia, durante la quale sono stati illustrati i contenuti del documento.

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GLI INTERVENTI

La presidente del Consiglio comunale di Perugia Elena Ranfa, nel suo intervento, ha voluto porre l’accento sui valori ed i significati incarnati oggi dalla marcia della pace.

“Non c’è bisogno di sottolineare -ha detto – l’attualità, purtroppo, della marcia della pace per i tanti motivi ben noti a tutti; a fronte di ciò il nostro compito è di recuperare lo spirito profondo con cui la marcia è stata ideata è voluta fortemente da Aldo Capitini”.

Ranfa ha ricordato che, con l’aiuto di un piccolo gruppo di intimi collaboratori, Capitini riuscì a realizzare un “miracolo laico” mettendo in marcia oltre 20mila persone in un tempo in cui le modalità di comunicazione rapida e globale (es. i social) che abbiamo oggi non esistevano.

E’ stato un progetto, quello della marcia, perseguito con determinazione, impegno, sacrificio, serietà e dedizione, valori che hanno animato la vita e le scelte di Aldo Capitini e dei suoi più stretti collaboratori.

La presidente ha poi posto l’accento sui alcuni elementi chiave che hanno caratterizzato la genesi della marcia e che vanno recuperati nella loro autenticità.

Il primo è la” trasversalità” ossia l’idea di unire, raccordare, mettere in dialogo ed in ascolto reciproco le persone e mondi differenti (es. politico e spirituale incarnati rispettivamente da Perugia ed Assisi) caratterizzati da radici culturali e politiche diverse.

Il secondo aspetto fondamentale è la centralità dell’idea di fratellanza dei popoli da recuperare nella sua genuinità rigettando ogni forma di populismo.

Il terzo elemento è che la pace deve rappresentare una questione che riguarda tutti

Secondo Ranfa, in particolare, come accadeva in passato nelle assemblee dei centri di orientamento sociale, occorre ricominciare a parlare di pace dalla base, ossia dalle scuole e dalle famiglie.

Ma soprattutto serve un profondo sforzo corale per ripartire dal basso dando vita ad una vera democrazia che non è solo procedurale e di facciata. L’obiettivo in sostanza è quello di dare una sostanza politica al tema dalla pace, lontani dalla retorica del “vogliamoci bene” e anche dalla figura del persuaso nonviolento che subisce passivamente le nefandezze altrui.

In conclusione “ritengo che la pace sia una questione trasversale che riguarda tutti e che vada affrontata, partendo sì dalle istanze provenienti dal basso, ma riconoscendo ad essa anche un valore politico imprescindibile (come affermava lo stesso Capitini).

In ragione di ciò noi come amministratori e, nel contempo, come cittadini abbiamo il dovere di assumerci questa responsabilità, continuando a lavorare ed a marciare per la pace e la fratellanza dei popoli con lo stesso spirito e con la stessa determinazione di quel 24 settembre 1961”.

Il coordinatore nazionale dei presidenti dei Consigli comunali Giulio Tantillo ha sostenuto che il tema della pace, fondamentale e complesso, non ha colori politici e racchiude in sé tanti altri valori. Il compito delle Istituzioni è di contribuire a rafforzare la pace, coinvolgendo in questo percorso in maniera tangibile le scuole e, dunque, le giovani generazioni.

Da qui nasce la volontà di sviluppare il documento d’intenti, uno strumento per rafforzare alcuni indirizzi, ossia scuola, gemellaggi, collaborazioni istituzionali anche di livello internazionale.

Per la vice coordinatrice Svetlana Celli il 2025, anno del Giubileo, deve essere un anno di speranza, di fede e di possibilità per le città italiane. In questo contesto nessuno può permettersi di girarsi dall’altra parte di fronte ai conflitti che colpiscono il mondo, cominciando dai rappresentanti delle Istituzioni. Ecco perché oggi parte la preparazione di un lavoro, in occasione della marcia della pace, al fine di mettere in campo azioni concrete nei singoli comunali, tutti parte di una grande comunità nazionale. Ciò con l’obiettivo non di distruggere ma di creare ponti.

Nel corso dell’incontro ha portato il suo saluto il sindaco di Betlemme Maher Nicola Canawati che ha ringraziato le Istituzioni e le piazze italiane per il supporto fornito alla Palestina in questa fase storica così difficile. Come palestinesi – ha detto – vogliamo dignità, diritti umani e libertà. Oggi non dobbiamo guardare indietro, ma al futuro ossia alla ricostruzione di ponti al fine di vivere e prosperare. Con l’auspicio che sia arrivato il momento per riconoscere lo Stato di Palestina.

Infine Giuseppe Moscati ha confermato che nel 1962 la marcia della pace nacque come grande festa popolare, un piccolo miracolo di Capitini e del movimento non violento.

Nel corso della mattinata è stato proiettato un video con le immagini della prima edizione della marcia della pace del 1961 con voce narrativa di sottofondo di Gianni Rodari.

IL DOCUMENTO D’INTENTI

Il documento d’intenti, la cui redazione è iniziata oggi, è finalizzato alla costruzione di una “Rete nazionale dei Presidenti dei Consigli Comunali per la pace”

I Presidenti dei Consigli Comunali ricoprono un ruolo centrale nella vita democratica delle nostre città e comunità. Essi sono garanti del dibattito istituzionale, promotori del dialogo politico e sociale tra le diverse componenti della comunità e custodi dei principi democratici sanciti dalla Costituzione.

In un tempo segnato da conflitti e instabilità internazionale, si vuole riaffermare il valore della intesa come bene prezioso, da preservare con responsabilità.

Con il documento si punta a sviluppare il ruolo dei Consigli Comunali nella costruzione di comunità pacifiche e inclusive, ad educare alla pace nelle scuole, a mettere in campo eventi e iniziative congiunte sui temi della pace e della coesione sociale, nonché azioni specifiche sui livelli locali (cooperazioni, sportelli, tavoli di coordinamento con gli altri attori).

(Fonte: Comune di Perugia)

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