Sullo stop alle edizioni notturne del TGR Umbria, Anci Umbria parla di indebolimento del sistema di informazione relativo ai territori

Anche Anci Umbria chiede “un passo indietro rispetto alle decisione di ridurre le edizioni del TGR sulla terza rete Rai, perché ogni telegiornale rappresenta – afferma il presidente di Anci Umbria, Michele Toniaccini – un presidio fondamentale dell’informazione, con tutte le sue edizioni che sono cuore ed essenza del servizio pubblico locale”. Per Anci Umbria – prosegue – “questa decisione rischia di compromettere la voce dei territori. Bisogna lavorare per far crescere l’informazione regionale, per ampliare il ventaglio delle possibilità di informare i cittadini sui fatti del loro territorio, non certo per ridurlo. I territori hanno bisogno di avere ancora più spazio per raccontare la loro vita, i loro problemi, le loro singole realtà, le loro potenzialità”. Anci Umbria auspica che “l’edizione della notte continui a costituire un valore aggiunto per l’informazione regionale




25 Novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne Alessia Tasso, coordinatrice Consulta Pari Opportunità Anci Umbria: “Occorre contrastare i disvalori derivanti dagli stereotipi di genere”

Nel 2021 sono state uccise 109 donne, 93 delle quali in ambito familiare o affettivo. L’82% sono state uccise da italiani.

La Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ci deve necessariamente far riflettere sull’importanza di rilanciare il tema della violenza. Che si esercita in molti modi, ma ha una radice comune da contrastare, quella dei disvalori derivanti dagli stereotipi di genere.

 

Le donne che denunciano, ci dicono le statistiche, sono una percentuale relativamente rappresentativa del fenomeno della violenza, ma denunciare è importante per permettere la messa in campo di tutti gli strumenti di salvaguardia che ci sono a disposizione. Le istituzioni attraverso i loro canali, fatti anche di reti qualificate dell’associazionismo, faranno tutto quello che è possibile per non lasciarle sole e aiutarle a trovare soluzioni adeguate.

 

Al contempo la cronaca quotidiana ci restituisce la difficoltà ad uscire da una certa cultura omertosa, per cui una manifestazione di violenza vista ma non subita, troppo spesso viene ignorata. Per contrastare invece la violenza sulle donne è necessario essere vigili, denunciare e allertare le autorità competenti, perché una mancata segnalazione o una denuncia tardiva potrebbero non riuscire a fornire gli strumenti per intervenire tempestivamente con drammatici risultati.

 

Alla luce di tutto questo, il lavoro della Consulta Pari opportunità sarà la costruzione di reti sempre più strutturate e ampie per la lotta alla violenza e per la diffusione della cultura del rispetto e della parità di genere, attraverso il lavoro collegiale dei Comuni dell’Umbria.

Perugia 25 novembre 2021




Potenziamento orari in 7 Uffici Postali dell’Umbria: un primo risultato, ora nuovi confronti

Toniaccini: “Un primo risultato alle nostre richieste, ora un nuovo confronto per definire la portata complessiva della riorganizzazione, anche in quei territori sprovvisti di servizi”

“Una prima  e importante risposta alle nostre richieste, ma serve un piano definito anche per le riaperture degli uffici postali in quei territori tuttora sprovvisti di servizi”: così il presidente di Anci Umbria, Michele Toniaccini, alla notizia, “positiva”, del potenziamento degli orari di apertura al pubblico in 6 sedi del perugino e 1 del ternano.

“A seguito di una interlocuzione telefonica con il dottor Pinzani di Poste Italiane, avvenuta questa mattina – afferma il presidente – apprendo con soddisfazione del potenziamento, a partire dal prossimo lunedì 29 novembre, degli orari di apertura al pubblico degli Uffici Postali di Castiglione della Valle, Piedipaterno sul Nera, Pierantonio, Pontenuovo e Viole di Assisi, nel perugino e di Porchiano, nel ternano.

Nel ringraziare Poste Italiane per questa apertura e per aver accolto, in parte, le nostre reiterate richieste, prendiamo atto che si tratta di un primo e importante passo verso la riorganizzazione degli uffici Postali nel nostro territorio. Tuttavia, Anci Umbria – nel quadro di quel percorso intrapreso con gli altri livelli Istituzionali, a partire dai Parlamentari umbri, fino alla Regione e ad Anci nazionale – vorrebbe potersi confrontare nuovamente con Poste Italiane per capire qual è la portata complessiva della riorganizzazione, quali territori saranno toccati dal ripristino degli orari pre – Covid e dalle riaperture di quelle sedi ancor oggi chiuse, oltre ai tempi di attuazione”.

Perugia 24 novembre 2021




Poste, Banche e Medici di Medicina Generale: verso la condivisione di un percorso unitario fra Anci Umbria, Parlamentari umbri e altri livelli istituzionali

Il presidente Toniaccini: “I cittadini si attendono risposte a problematiche di grande rilievo. La digitalizzazione non può essere una motivazione per le chiusure”

Un nuovo momento di confronto tra Anci Umbria e alcuni Parlamentari umbri è avvenuto questa mattina, nella sala del Consiglio del Palazzo della Provincia di Perugia. Erano presenti il deputato Raffaele Nevi, la senatrice Emma Pavanelli e, da remoto, la senatrice Fiammetta Modena e il senatore Luca Briziarelli. Ha inviato una lettera l’onorevole Walter Verini. Hanno preso parte all’iniziativa l’Ufficio di Presidenza di Anci Umbria, diversi sindaci e amministratori locali e, al termine della riunione, anche il consigliere regionale Valerio Mancini.

Per il presidente di Anci Umbria, Michele Toniaccini si è trattato di un “ulteriore momento di approfondimento con i parlamentari umbri, che ringrazio per la disponibilità, su tematiche prioritarie, ormai divenute all’ordine del giorno: chiusura degli sportelli postali o riduzione delle loro aperture, chiusure degli Istituti di credito, carenza di Medici di Medicina Generale. L’incontro si è concluso con “la volontà unanime a intraprendere un percorso comune che coinvolga tutti i diversi livelli Istituzionali – prosegue il presidente – per arrivare a una risposta alle esigenze dei cittadini, oggi divenute criticità anche per la loro salute, ma anche per lo sviluppo, la crescita e la competitività delle nostre comunità. Oltre a rappresentare anche un problema in termini sociali e occupazionali. Un percorso in cui la digitalizzazione, pur necessaria e indispensabile nei nostri territori, non sia la motivazione alla base delle chiusure”.

Il presidente Toniaccini ha annunciato la redazione di un documento su queste tematiche, sottoscritto dai sindaci umbri, da presentare ai Parlamentari e alle altre Istituzioni.

Infine, ha reso noto che sul Pnrr, il Piano di resilienza e ripresa, su cui sono riposte molte aspettative da parte dei territori, ci sarà un grande evento promosso congiuntamente da Anci Umbria e Anci Marche, per il prossimo 10 dicembre all’Istituto “Aldo Capitini”, a Perugia.




Insediata la Consulta Commercio di Anci Umbria

Il coordinatore Ranchicchio: “Intendiamo essere interlocutore autorevole della Regione Umbria nella fase legiferativa e nella programmazione per le normative inerenti al settore”

Altro passo avanti nella costruzione di un’associazione sempre più strutturata e funzionale è rappresentato dall’insediamento, avvenuto nei giorni scorsi, nella Sala del Consiglio del Palazzo della Provincia di Perugia, della Consulta del Commercio di Anci Umbria.

Sono stati nominati coordinatore, l’assessore allo Sviluppo Economico, Commercio, Turismo, Cultura e Sport del Comune di Todi, Claudio Ranchicchio e vicecoordinatore Giovanni Patriarchi, consigliere comunale del Comune di Foligno. Presenti molti rappresentanti istituzionali dei Comuni soci.

Il coordinatore Ranchicchio ha illustrato obiettivi e finalità della Consulta e preparato uno schema di lavoro, con piani programmatici, leggi in vigore, quelle imminenti e le nuove direttive europee in materia di commercio. Ai presenti è stato anche distribuito – sarà disponibile on line – un questionario con domande tecniche relative al settore, con particolare riferimento alla vita amministrativa dei Comuni.

Il coordinatore si è detto soddisfatto della partecipazione dei Comuni: “Ringrazio per questo momento di confronto e scambio. La Consulta dovrà essere sempre più – ha commentato – uno strumento di supporto per amministratori e Comuni nella loro attività quotidiana. Intendiamo anche essere un interlocutore autorevole e importante per la Regione Umbria sia nella fase legiferativa, sia in quella della programmazione per le normative inerenti al settore. Inoltre, è nostra intenzione promuovere un lavoro di squadra, coinvolgendo altre Consulte attinenti per tematica, come quella dell’agricoltura, artigianato, programmazione della gestione dei fondi europei, turismo, oltre che collaborare con la Consulta dei piccoli Comuni, presieduta dal sindaco Gori, che fornisce un altro spaccato di questa realtà”.




Anci Umbria ProCiv: definito il nuovo Consiglio Direttivo | Insediata anche la Consulta della Protezione Civile di Anci Umbria

Anci Umbria ProCiv: definito il nuovo consiglio direttivo. Entrano i Comuni di Perugia, Bastia Umbra, Castiglione del Lago, Otricoli, Città di Castello, Gualdo Tadino, Spoleto, Acquasparta e Arrone

Michelini: “Apriamo l’associazione ad altri enti per rafforzare la nostra presenza sul territorio e lavorare per aumentare prevenzione e formazione”

Insediata anche la Consulta della Protezione Civile di Anci Umbria

 

Sono stati approvati, all’unanimità dei presenti, i Comuni che entreranno a far parte del nuovo Consiglio direttivo di Anci Umbria ProCiv: la votazione è avvenuta questa mattina, nella Sala del Consiglio della Provincia di Perugia, durante l’assemblea ordinaria dell’associazione.

Nella stessa seduta si è provveduto a riconfermare, in qualità di direttore generale di Anci Umbria ProCiv, Silvio Ranieri.

“La scelta sui Comuni che faranno parte del consiglio direttivo – ha sostenuto la presidente Letizia Michelini, sindaco di Santa Maria Tiberina – è frutto di un confronto con il coordinatore della Consulta della Protezione Civile e tiene conto della rappresentatività territoriale, oltre che delle loro attitudini verso la materia. Ci rendiamo conto che molti Comuni sono stati esclusi, ma è in progetto la revisione dello Statuto, ormai anacronistico, che ci consentirà di ampliare il numero dei componenti il consiglio e, soprattutto, di aprire l’associazione anche ad altri enti sovraordinati, come la Provincia di Perugia”.

I Comuni attualmente individuati sono Perugia, Bastia Umbra, Castiglione del Lago, Otricoli, Città di Castello, Gualdo Tadino, Spoleto, Acquasparta e Arrone.

“La possibilità di aprire ad altri enti, come la Provincia – ha commentato la presidente Michelini – ci consente di rafforzare la nostra azione sul territorio. Fra l’altro, la Provincia ha, fra le funzioni, proprio quella della Protezione civile. Il nostro obiettivo è quello non solo di supportare i Comuni e la popolazione su queste tematiche sempre più strategiche per i nostri territori e per la sicurezza dei cittadini, e di puntare su formazione, prevenzione e comunicazione, ma anche di migliorare l’efficienza e l’efficacia dei servizi svolti dalla nostra associazione”.

Proprio la settimana scorsa si era riunita anche la neo costituita Consulta della Protezione Civile di Anci Umbria, alla cui guida è stato nominato come coordinatore Enrico Valentini, sindaco di Gualdo Cattaneo e come vice Gabriele Palandruzzi, del Comune di Lisciano Niccone.

Il coordinatore Valentini ha fatto il punto “sull’attività tecnica sul territorio dei prossimi mesi, sugli ambiti territoriali definiti dalla Regione Umbria” e si è detto “pronto a lavorare in stretto raccordo con Anci Umbria ProCiv”. “Focalizzeremo l’attenzione – ha concluso – sull’attività di carattere politico-istituzionale”.




Corso di formazione per famiglie e single sul tema dell’affido – Umbriaffido

Il progetto “Umbriaffido Progetto FAMI 2014-2020 PROG 3707 – disseminazione e implementazione di una buona pratica”, finanziato dal Fondo Asilo Migrazione e Intercultura, continua ad offrire una serie di importanti opportunità gratuite di sensibilizzazione e informazione sul tema dell’affido familiare.

Sono aperte le iscrizioni, infatti, al Corso di formazione rivolto a coppie sia sposate che conviventi e a singole persone che vivono in Umbria e sono interessate a conoscere più nel dettaglio gli aspetti in cui si articola l’affido di minori stranieri non accompagnati, la sua natura specifica e le potenziali criticità.

Il percorso quindi fornisce le competenze e gli strumenti per poter vivere l’esperienza dell’affido: coloro che parteciperanno al corso potranno infatti essere inseriti, qualora lo desiderino, all’interno di un database di famiglie potenzialmente affidatarie, condiviso con le equipe affido dei Comuni dell’Umbria.

Allo stesso database attingerà lo staff del progetto Umbriaffido, per individuare famiglie o persone singole al fine di attivare gli 8 affidi familiari previsti dal progetto.

Il corso si svolgerà interamente on-line mediante la piattaforma GoToMeeting, accessibile da PC, tablet e smartphone; inizierà nel mese di dicembre, avrà una durata complessiva di 30 ore e verterà sia sugli aspetti normativi che su quelli antropologici, sanitari, interculturali.

Le lezioni saranno tenute da docenti con approfondita conoscenza ed esperienza pluriennale relative ai temi trattati, e al termine del percorso sarà anche rilasciato un attestato di partecipazione.

Il Progetto è realizzato dal soggetto attuatore Frontiera lavoro insieme ai partner Comune di Corciano, Comune di Narni, Arci solidarietà ora d’aria, Arci Comitato provinciale Terni, Cooperativa sociale Quadrifoglio, Cooperativa sociale ASAD, ANCI Umbria.

 

Per maggiori informazioni sul corso contattare ANCI Umbria: 075/5721083 – progettazione@anci.umbria.it

Per iscriversi leggere il Testo informativo sul corso, poi scaricare, compilare, firmare la scheda di iscrizione e inviarla a: progettazione@anci.umbria.it

TESTO INFORMATIVO CORSO

BROCHURE INFORMATIVA

SCHEDA ISCRIZIONE

 

Il progetto è finanziato dal Fondo Asilo Migrazione Integrazione 2014-2020




Anche i sindaci dell’Umbria alla XXXVIII Assemblea annuale di Anci

Toniaccini: “Tre giorni di confronti e dibattiti su tematiche fondamentali per le nostre città, a partire dal Pnrr” 

Ci sarà anche Anci Umbria, rappresentata dal presidente Michele Toniaccini, dai membri dell’Ufficio di presidenza, dal segretario generale Silvio Ranieri e da 27 Comuni, alla XXXVIII Assemblea annuale di Anci (#Anci2021), in programma da domani, martedì 9 fino al prossimo 11 novembre, presso la Fiera di Parma e che vedrà la partecipazione, per la settima volta durante il suo mandato, del capo dello Stato Sergio Mattarella, proprio in apertura dei lavori; nella medesima giornata interverrà la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, mentre giovedì, il presidente della Camera Roberto Fico e quello del Consiglio Mario Draghi. 

I lavori si apriranno alle 17.00 con la relazione del presidente dell’Anci Antonio Decaro. Dal palco dell’Assemblea si alterneranno ben undici ministri: Mara Carfagna (Sud e Coesione territoriale), Luciana Lamorgese (Interno), Dario Franceschini (Cultura), Massimo Garavaglia (Turismo), Enrico Giovannini (Infrastrutture e Mobilità sostenibili), Mariastella Gelmini (Affari Regionali e Autonomie), Patrizio Bianchi (Istruzione), Elena Bonetti (Pari Opportunità e Famiglia); Renato Brunetta (Pubblica Amministrazione), Andrea Orlando (Lavoro e Politiche Sociali) e Roberto Speranza (Salute); con loro anche la sottosegretario al Ministero della Transizione Ecologica Vannia Gava.

“L’Assemblea annuale – afferma il presidente di Anci Umbria, Michele Toniaccini – è un momento di grande approfondimento su temi di grande rilevanza per le nostre comunità, ma soprattutto un’occasione di dialogo diretto con le massime cariche Istituzionali, a partire dal Capo dello Stato, i Ministri, fino al presidente del Consiglio. Questa 38° Assemblea segna anche un punto di Rinascita per la nostra Italia, un nuovo inizio che, necessariamente, deve partire e includere i Sindaci con le loro comunità. Ogni tema affrontato – il Pnrr, la digitalizzazione, l’innovazione, la competitività, cultura e turismo, la rivoluzione verde e la transizione ecologica, le infrastrutture e la mobilità sostenibile, l’inclusione, la coesione, l’istruzione, la famiglia, la pubblica amministrazione e il grande capitolo della Salute – è direttamente collegato al governo delle città”. Il presidente ricorda anche che Parma sarà il luogo delle celebrazioni per i 120 anni dell’Anci, città in cui “nell’ottobre 1901 iniziò questa straordinaria esperienza dell’ente che riuniva parte dei primi cittadini d’Italia”. Il presidente ha anche evidenziato “la significativa partecipazione dei Comuni umbri, segno di appartenenza a questa grande casa dei Sindaci”.

Tanti gli ospiti di questa edizione: parallelamente ai lavori istituzionali, anche AnciExpo, l’incontro di grandi nomi del mondo dell’imprenditoria, con oltre 100 stand in una superficie espositiva di circa sedicimila metri quadrati, con 8 sale collaterali per ospitare oltre 40 convegni. C’è una presenza significativa di amministratori, con quasi 2mila partecipanti già iscritti online.
I lavori dell’Assemblea saranno trasmessi in diretta streaming raggiungibile dal sito Anci e sul canale Twitter in live twitting con l’hastag #anci2021; mentre sulla pagina Facebook Anci saranno pubblicati alcuni post di racconto con foto dei momenti più significativi della tre giorni.

I Comuni umbri partecipanti sono: Amelia, Assisi, Baschi, Bastia Umbra, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Corciano, Foligno, Deruta, Gualdo Cattaneo, Gualdo Tadino, Monte Santa Maria Tiberina, Montecchio, Nocera Umbra, Norcia, Perugia, Porano, San Gemini, San Giustino, Sigillo, San Venanzo, Spello, Todi, Tuoro sul Trasimeno, Torgiano, Trevi, Valfabbrica.




Alla guida della Consulta di Pari Opportunità di Anci Umbria, la vicesindaca di Gubbio, Alessia Tasso

Lo scorso giovedì 4 novembre l’insediamento e la presentazione degli obiettivi.

Tasso: “La pubblica amministrazione è il luogo simbolo dove promuovere le buone pratiche sulla parità di genere”

Si è riunita, per la prima volta, giovedì 4 novembre, la Consulta Pari Opportunità di Anci Umbria presieduta dalla neo coordinatrice Alessia Tasso, vicesindaca del Comune di Gubbio, alla presenza del presidente di Anci Umbria, Michele Toniaccini, del segretario generale di Anci Umbria, Silvio Ranieri e di altri membri della Consulta.

Il presidente ha augurato buon lavoro alla coordinatrice e assicurato il proprio supporto: “La parità di genere dovrebbe essere un elemento naturale nelle nostre comunità e non un diritto da conquistare, come peraltro prevede ogni società democratica”.

“Sono onorata di presiedere questa Consulta – ha detto la coordinatrice – perché ritengo che la parità di genere sia un obiettivo ancora lontano, nonostante i grandi passi avanti fatti fin qui. Credo che un elemento fondamentale per il pieno conseguimento delle pari opportunità sia la diffusione di una cultura della parità. E questa non può prescindere dalla piena conoscenza e consapevolezza degli strumenti normativi che abbiamo a disposizione. Anci Umbria e la Consulta pari opportunità faranno sicuramente la loro parte”.

La coordinatrice ha anche riferito sugli impegni assunti durante la conferenza stampa di presentazione del corso di formazione on line dal titolo “La P.A. e il Codice delle Pari Opportunità: strumenti, obblighi, responsabilità nella lotta alle discriminazioni e per la promozione del benessere lavorativo” che comincerà il prossimo 15 novembre, rivolto al personale incaricato della Gestione delle Risorse Umane degli Enti pubblici dell’Umbria e ai componenti dei Cug, Comitati Unici di Garanzia, promosso dalla Consigliera di parità della Regione Umbria, Monica Paparelli.

Un corso di formazione finalizzato alla conoscenza del diritto antidiscriminatorio, per diffondere la cultura della parità di genere all’interno delle pubbliche amministrazioni, per far conoscere la figura della Consigliera di parità e di tutti i soggetti che fanno parte della rete.

“Dobbiamo lavorare insieme – ha aggiunto – per conseguire obiettivi condivisi e la pubblica amministrazione è il luogo simbolo dove promuovere le buone pratiche. Serve anche una proposta che riguardi soprattutto i fondi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza e concordo sulla necessità di riattivare un Osservatorio di genere, peraltro già previsto dalla legge regionale”.

 

Perugia 7 novembre 2021




Tre comuni umbri nel circuito di Spighe Verdi. Oggi, incontro in Anci Umbria con il presidente nazionale di FEE Italia

Tre comuni umbri nel circuito di Spighe Verdi

Oggi, incontro in Anci Umbria con il presidente nazionale di FEE Italia
Toniaccini: “Una straordinaria opportunità di crescita e sviluppo sostenibile”

Mazza: “La qualità premia”

 

Un incontro per sensibilizzare i Comuni umbri a intraprendere il percorso per il riconoscimento di Spighe verdi e rafforzare così la vocazione green di questa regione: è il senso dell’iniziativa di questa mattina nella Sala del Consiglio del Palazzo della Provincia, promossa da Anci Umbria e alla quale hanno partecipato, da remoto, diversi sindaci. Erano, invece, presenti il presidente di Anci Umbria, Michele Toniaccini, il presidente nazionale della FEE Italia, Foundation for Environmental Education, Claudio Mazza, il direttore regionale di Confagricoltura Umbria, Cristiano Casagrande e l’assessore al Turismo del Comune di Montefalco Daniela Settimi.

Il presidente Toniaccini ha sottolineato la validità del circuito Spighe Verdi: “È un programma nazionale della FEE, l’organizzazione che rilascia nel mondo il riconoscimento Bandiera Blu per le località costiere, e, in questo caso, è pensato per guidare i Comuni rurali a scegliere strategie di gestione del territorio, in un percorso virtuoso che apporti beneficio all’ambiente e alla qualità della vita dell’intera comunità.

Quest’anno, anche Deruta fa parte del circuito dei comuni virtuosi, insieme a Montefalco e Todi”. Sono 59 le località in Italia che hanno ricevuto questo titolo. “Si tratta – ha aggiunto – di un importante attestato che certifica le qualità ambientali e le buone pratiche di sostenibilità, seguendo un preciso iter procedurale certificato che prende in considerazione una serie di indicatori, fra cui il corretto uso del suolo, la presenza di produzioni agricole tipiche, la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura, la corretta gestione dei rifiuti e la valorizzazione delle aree naturalistiche e del paesaggio. Tutti elementi che l’Umbria sa esprimere al meglio, che ogni comune ha, in gran parte, già in sé, perché sono nel nostro Dna, fanno parte della nostra identità. 

Spighe verdi è un ulteriore stimolo a seguire un percorso di forte sostenibilità su cui, peraltro, sono incentrate anche le politiche dell’Unione europea. E rappresenta un’altra buona occasione per promuovere il nostro territorio e valorizzare le produzioni di eccellenza e il patrimonio rurale, conferendo nuovo impulso al turismo e all’occupazione, facendo conoscere aree del territorio spesso lontane dai tradizionali flussi turistici, attraendo visitatori più attenti alle tematiche della sostenibilità e rafforzando quel turismo slow di cui anche l’Umbria è espressione e terra di accoglienza.

E’, infine, un percorso che rafforza il legame tra le varie Amministrazioni comunali e le diverse componenti del settore economico produttivo per la valorizzazione del territorio, anche allo scopo di creare iniziative e azioni mirate a raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi.

L’iniziativa di oggi, vuole essere un momento informativo e conoscitivo, anche attraverso le testimonianze di chi questo percorso lo ha portato a termine”. 

Un progetto che, come ha sostenuto il presidente Mazza, porta a un “miglioramento continuo del percorso. È un programma di sviluppo sostenibile che si basa su 64 indicatori che vengono poi verificati tutti gli anni e si basa sulla metodologia trentennale di Bandiera Blu per le città costiere, da 6 anni trasferita alle aree rurali. Come ha detto il Ministro del Turismo in occasione dell’assegnazione delle Spighe verdi, l’esperienza di Bandiera Blu dimostra che la qualità premia”. Quanto all’Umbria, “è una regione dalle grandi potenzialità di crescita, ma mai come in questo caso, la capacità di fare sistema è strategica”.

L’assessore Settimi ha ricordato che “Montefalco porta la bandiera, perché è stato, sei anni fa, il primo comune a essere inserito nel programma Spighe verdi. Questo incontro è un’occasione per capire le opportunità di questo programma ed entrare nel percorso virtuoso”. Anche per il direttore Casagrande “il programma consente di valorizzare le proprie ricchezze e crea cultura ambientale. Noi sosteniamo questo percorso”.




Umbria Rapporto immigrazione 2021

In calo, anche in Umbria, gli immigrati. Due i principali fattori del decremento: gli effetti delle misure anticovid e le acquisizioni della cittadinanza italiana

Diminuiscono i permessi di soggiorno

Oggi, presentato il Dossier Immigrazione, con i dati sull’andamento e le caratteristiche della popolazione straniera

 

Il coordinatore della Consulta Immigrazione, Bazzucchi: “Dati su cui riflettere e su cui calibrare nuove strategie politiche”

 

Cambia il quadro migratorio in Umbria, come nel resto d’Italia, anche a seguito degli sconvolgimenti determinati dalla pandemia. E’ quanto emerso dal Dossier Statistico Immigrazione, giunto alla 31a edizione e presentato questa mattina, nella sala del Consiglio della Provincia di Perugia.

Si tratta del rapporto socio-statistico sulle migrazioni in Italia, con un focus sull’Umbria, curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS, da sette anni in collaborazione con il Centro Studi Confronti e, da questo anno, anche con l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”.

Il Dossier evidenzia come a fine 2020 risiedevano in Umbria 91.875 stranieri rispetto ai 92.339 di inizio anno. In 12 mesi il loro numero è diminuito dello 0,6%, al pari di quello della popolazione complessiva (scesa a sua volta da 870.165 a 865.013 unità). Per effetto di questa dinamica, il peso degli stranieri sul totale dei residenti si è mantenuto stabile al 10,6%, restando superiore di circa 2 punti percentuali alla media nazionale (8,5%).

Sul fonte economico, la popolazione straniera mostra un calo un po’ più consistente del numero di occupati (quasi 1.800 posti di lavoro; -3,9%), prevalentemente a carico della componente femminile (tra le donne il calo è del 7,7%).

La scuola: Nell’anno scolastico 2019/2020 gli studenti stranieri sono 16.577, senza variazioni degne di nota rispetto all’anno precedente ed incidono per il 13,9% sull’intera popolazione scolastica.

I RELATORI

Per il coordinatore della Consulta Immigrazione, Gabriele Bazzucchi il Dossier rappresenta un “prezioso contributo scientifico, sociale e culturale su cui tutte le Istituzioni sono chiamate a riflettere. Quello dell’immigrazione – ha aggiunto – è indubbiamente un tema complesso e articolato, che, tuttavia, va governato. Come Anci Umbria stiamo osservando il fenomeno. Questi dati che ci consegnano una contrazione dei flussi di immigrazione sia a livello locale, sia nazionale, associato con la fase pandemica in corso, devono incentivare possibili strategie di risoluzione, anche a livello di servizi e interventi mirati per coniugare l’integrazione, la riqualificazione sociale e la ripresa”.

Alessandro Maria Vestrelli, dirigente Servizio Programmazione  della rete dei servizi sociali della Regione Umbria ha evidenziato come “il dossier sia un utile strumento a conoscere la nostra realtà in evoluzione”. Eleonora Bigi, responsabile Sezione Immigrazione della Regione Umbria, nel presentare i principali dati umbri, ha sottolineato come “siano in linea con il quadro nazionale, con un calo di residenti stranieri in Umbria, superiore, seppure di poco, a quello nazionale”.

Anche per Giovanni Carnesi, referente nazionale settore Immigrazione Patronato Enasc, “il dossier mostra una fotografia precisa del nostro territorio utile ai 47 patronati italiani per mettere in campo azioni mirate”. Serena Pippi, Diaconia Valdese Perugia “il calo dell’immigrazione è un impoverimento per il tessuto sociale del territorio”.

Due gli aspetti evidenziati da Guy Yves Arnaud Amian, project manager e socio Assidu – associazione degli ivoriani dell’Umbria e Ponte d’Incontro 3.0:  “La grinta degli immigrati, perché quando lasciamo i nostri paesi di origine, perdiamo tante cose e quando arriviamo qui siamo già pronti ad affrontare una nuova vita; le associazioni sono fondamentali con il contributo che possono dare allo sviluppo socio-economico dell’Umbria”.

I DATI

Residenti stranieri

Il calo dei residenti stranieri registrato nel 2020 è risultato leggermente accentuato rispetto a quello dell’anno precedente (-0,5%). Oltre al decremento del saldo naturale (901 nuovi nati a fronte di 175 decessi, per un saldo positivo di 726 unità rispetto alle 823 del 2019), ad incidere su tale andamento è stata la diminuzione del saldo migratorio con l’estero (+2.754 rispetto a +3.488 dell’anno precedente), su cui hanno pesato soprattutto gli effetti delle misure antiCovid di chiusure delle frontiere (le iscrizioni e le cancellazioni anagrafiche da e per l’estero sono diminuite rispettivamente del 30,9% e del 44,4%), e le acquisizioni della cittadinanza italiana (2.614), risultate tuttavia in lieve calo rispetto all’anno precedente (2.921). Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, in provincia di Perugia risiedono 69.459 residenti stranieri (il 75,6% del totale regionale), in calo dello 0,5% rispetto al 2019, mentre in quella di Terni 22.416 (-0,9%). In provincia di Perugia l’incidenza degli stranieri sul totale dei residenti resta leggermente superiore alla media regionale, risultando pari al 10,8%. Romania, Albania e Marocco continuano a rappresentare le tre nazionalità più numerose in regione, rispettivamente con 24.847, 11.489 e 9.178 residenti, seguite da Ucraina (4.654) e Nord Macedonia (3.375). A livello continentale, il 61,0% dei residenti stranieri proviene dal continente europeo (tra cui il 34,2% da un paese Ue), circa un quinto dall’Africa (20,4%) e poco più di un decimo dall’Asia (10,3%). Sul versante dei permessi di soggiorno, a fine 2020 i cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti in regione ammontavano a 55.323 unità, circa 5.000 in meno rispetto all’anno precedente. Il calo ha interessato sia i titolari di un permesso di lungo periodo (-1.034, i quali rappresentano il 65,4% del totale), sia, in misura più ampia, i titolari di un permesso a termine (-4.059), tuttavia, se per i primi il calo è attribuibile in molti casi alle acquisizioni di cittadinanza italiana, di cui il permesso di lungo periodo costituisce sovente l’anticamera, per i secondi è plausibile che il calo sia dovuto almeno in parte all’impossibilità di rinnovo del permesso di soggiorno (con una conseguente caduta nell’irregolarità), a causa delle aumentate difficoltà imposte dalla pandemia sul piano lavorativo e reddituale, nonché in termini di isolamento sociale.

Tra titolari di un permesso a termine risultano in diminuzione tutte le principali categorie di permesso: i soggiornanti per motivi di lavoro (-1.407, i quali rappresentano un quinto del totale: 20,9%), per motivi di famiglia (-1.353; 60,9%), così come quelli per studio (-213; 5,0%) e per protezione internazionale ed ex umanitaria (-871; 10,4%). A incidere sul calo dei soggiornanti a termine è stata anche la contrazione dei nuovi ingressi nell’anno, dovuta, anche in questo caso, alle misure di limitazione agli spostamenti internazionali per far fronte alla diffusione dei contagi. I permessi rilasciati per la prima volta nel 2020, infatti, sono diminuiti complessivamente a 1.463 unità, risultando quasi dimezzati rispetto all’anno precedente (42,3%). La contrazione ha interessato soprattutto i permessi per motivi familiari (scesi a 745, -37,2%) e per lavoro (60, -65,3%) e in misura meno accentuata, ma altrettanto consistente se paragonata al trend degli anni precedenti, quelli per protezione internazionale ed ex umanitaria (191, -47,8%) e per studio (341, -49,1%). Diminuiscono anche i migranti ospitati nei centri di accoglienza regionali. A fine 2020 si contavano 1.289 presenze, l’1,6% del totale nazionale, in calo del 13,4% rispetto ad un anno prima. Di questi, la quota minoritaria, il 26,0%, è ospitata nella rete Sai – Sistema di accoglienza e integrazione (ex rete Siproimi), mentre la maggior parte, il 74,0%, si trova in un centro di accoglienza straordinaria. Nei primi sei mesi del 2020, il loro numero è diminuito ulteriormente, attestandosi a 1.239 unità.

Economia, lavoro, occupazione

La situazione pandemica ha colpito pesantemente l’economia umbra, incidendo su un sistema economico regionale già indebolito dalla precedente fase di crisi; i dati indicano un calo del PIL del 9,0% e una diminuzione dell’1,8% degli occupati, con importanti differenze tra i lavoratori a tempo indeterminato (tra cui si registra un incremento dell’1,7%) e i lavoratori con contratti a termine che non hanno potuto godere della protezione data dai vincoli sui licenziamenti (tra di loro il calo dell’occupazione è stato del 17,6%)1. I dati Rcfl-Istat mostrano una flessione dell’occupazione che è scesa da 363mila a 356mila unità, con una perdita di quasi 6.500 posti di lavoro, che ha colpito prevalentemente il settore dei servizi (-8.464; -3,3%), in particolare quelli commerciali, alberghieri e della ristorazione (-6,4%), per effetto delle restrizioni alla mobilità indotte dal lockdown e il conseguente calo dei consumi e del turismo, e l’agricoltura (-2.446; -15,5%) che ha registrato un calo in alcuni settori produttivi e nelle attività secondarie come quelle agrituristiche. Viceversa, l’industria, e in particolare il settore edile, hanno tenuto maggiormente, registrando un recupero più rapido delle perdite di fatturato della prima parte dell’anno, nello specifico a fine 2020 l’industria in senso stretto ha assorbito 2.965 posti di lavoro in più (+4,3%) e l’edilizia 1.498 (+7,1%). All’interno di questo contesto, la popolazione straniera mostra un calo un po’ più consistente del numero di occupati (quasi 1.800 posti di lavoro; -3,9%), prevalentemente a carico della componente femminile (tra le donne il calo è del 7,7%). Analizzando l’occupazione per settore si nota una perdita di lavoro nel settore agricolo (dove l’occupazione straniera cala del 13,3%, ma comunque meno di quella italiana -16,2%) e nei servizi (-8,4%), di cui buona parte sono posizioni perse nel lavoro domestico (-5,2%). Di contro il buon andamento del comparto edile e dell’industria in senso stretto hanno prospettato opportunità occupazionali anche per la popolazione straniera, determinando un incremento del 16,8% degli occupati nelle costruzioni e un incremento del 6,5% nell’industria in senso stretto. Il numero di disoccupati stranieri è calato dell’8,4% e di conseguenza anche il tasso di disoccupazione è passato dal 18,2% del 2019 al 17,5% del 2020, dato che si spiega anche in ragione del numero più alto di inattivi (ossia di persone che non si dichiarano interessate a lavorare o a cercare un impiego) rispetto all’anno precedente. Rimane comunque elevato il divario con la popolazione italiana dove il tasso di disoccupazione (6,7%) è quasi un terzo di quella straniera. L’inserimento in professioni meno qualificate e generalmente meno appetibili per gli italiani, non subisce modifiche sostanziali: il 64,6% degli stranieri svolge un lavoro manuale, di cui il 35,3% non qualificato (rispetto al 7,5% degli italiani), mentre solo il 5,6% riesce a collocarsi in professioni tecniche, intellettuali o dirigenziali (rispetto al 39,2% degli italiani). Questa segmentazione del mercato del lavoro, nota e sostanzialmente immutata negli anni, si ripercuote nelle differenze di retribuzione: in media 1.350 euro mensili tra i lavoratori italiani e 970 tra gli stranieri. Comporta, non da ultimo, un depauperamento di competenze tecnicoprofessionali che non va solo a scapito degli immigrati, ma dell’intera società, il fatto che ben il 50,5% dei lavoratori stranieri è sovraistruito, cioè svolge una mansione non congrua rispetto al titolo di studio. Le imprese immigrate sono 9.059 secondo i dati Infocamere/G.Tagliacarne, in crescita del 2,5% rispetto all’anno precedente, mostrando un maggior dinamismo rispetto alle imprese italiane (-0,5% nello stesso periodo). I dati relativi alle sole imprese individuali indicano un inserimento prevalente nei servizi (55,5%), in particolare nel comparto del commercio (35,2%), e nell’industria (35,1%), soprattutto nell’edilizia (27,9).

Scuola

Nell’anno scolastico 2019/2020 gli studenti stranieri sono 16.577, senza variazioni degne di nota rispetto all’anno precedente ed incidono per il 13,9% sull’intera popolazione scolastica. Nella maggior parte dei casi (70,4%) sono giovani nati in Italia, soprattutto negli ordini di scuola inferiore, dove la quota delle seconde generazioni è ancora più alta (86,2% nella scuola dell’infanzia; 80,9% nella scuola primaria) rispetto a quando accade nella secondaria di I e di II grado (rispettivamente 70,0% e 48,9%). La scelta del percorso di studi condiziona ancora il destino di questi ragazzi se si considera che il 32,0% degli iscritti alle secondarie di secondo grado opta per una scuola professionale (16,7% tra gli italiani), il 32,1% per un tecnico (27,4% tra gli italiani) e il 35,9% per un liceo (55,9% tra gli italiani).




Anche l’Umbria, con 8 comuni, partecipa al progetto nazionale “P.I.C.C.O.L.I.” per il finanziamento di piani di intervento partecipati

Stanziati, a livello nazionale, 42 milioni di euro

Acquasparta, Baschi, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Lisciano Niccone, Montecchio, Montone, Tuoro sul Trasimeno: sono questi gli 8 comuni umbri che fanno parte del progetto “P.I.C.C.O.L.I. – Piani di intervento per le competenze e l’innovazione locale”, iniziativa realizzata nell’ambito del Pon Governance e capacità istituzionale 2014-2020.

Il dipartimento della funzione pubblica ha assegnato ad Anci la competenza nazionale per la progettazione partecipata.

Cinque gli ambiti di intervento ammissibili e 42 milioni di euro i finanziamenti complessivamente stanziati: smart working, contabilità, gestione del personale e dei tributi, appalti, semplificazione e gestione associata dei servizi locali.

“Come Anci Umbria – commenta il coordinatore dei Piccoli Comuni Anci Umbria, Federico Gori – abbiamo più volte sollecitato, sul piano nazionale, la necessità che i piccoli comuni ricevano l’attenzione che meritano, non solo perché rappresentano la fetta più consistente del nostro paese, ma anche perché sono espressione di eccellenze, di produzioni di qualità, di tradizioni e di grande appeal turistico. In questi anni, abbiamo subìto la contrazione della spesa per investimenti sul capitale umano, ricevuto pochi finanziamenti, stiamo assistendo a un pericoloso spopolamento dei nostri territori e a un impoverimento di servizi essenziali. Ciò che, invece, non è arretrato è il turismo: questi sono territori che hanno una grande attrattività e su questo occorre proseguire con progetti mirati che diano a queste aree la possibilità di esprimere al massimo le loro potenzialità.

È una battaglia storica che stiamo portando avanti e che, con questo progetto, si gettano le basi per un primo, importante cambiamento nel modo di considerare i piccoli, per dimensioni, ma non certo per importanza, comuni”.