VILLA UMBRA E ANCI UMBRIA, AL VIA I PROGETTI GRIFOLAB E CREOLAB

Sono indirizzati ai dipendenti delle Pubbliche amministrazioni delle province di Perugia e di Terni

Perugia, 29 maggio 2025 – Supportare lo sviluppo di percorsi formativi professionalizzanti per le Pubbliche amministrazioni (Pa) attraverso la valorizzazione delle buone pratiche. Con questo obiettivo sono nati i progetti Grifolab e Creolab che mirano a creare valore pubblico, rispettivamente, per la provincia di Perugia e per quella di Terni attraverso la potenziamento delle competenze del personale che lavora nella Pa.

L’iniziativa è stata ideata dalla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica in collaborazione con Anci Umbria. I formatori dei due soggetti promotori, insieme ai referenti comunali, hanno progettato due proposte – a valere sull’avviso pubblico “Progetto: PerForma Pa – Supportare lo sviluppo di percorsi formativi professionalizzanti da parte delle Pa e la valorizzazione di buone pratiche” – che mirano a valorizzare lo sviluppo dei territori, in linea con i driver della trasformazione digitale, ecologica e amministrativa come richiesto dal Pnrr (Sub investimento 2.3.1 – linea 5).

“Con Creolab e Grifolab – spiega Davide Ficola, coordinatore dei corsi – vogliamo valorizzare le competenze del capitale umano della Pubblica amministrazione, per affrontare le sfide del presente. La collaborazione con Anci Umbria assicura qualità e continuità. Il progetto, ideato dalla collega di Villa Umbra, Sonia Ercolani, nasce infatti dai territori e guarda al futuro. Vogliamo costruire amministrazioni locali capaci di innovare, così come previsto dal Pnrr”.

“La mission della nostra Associazione – afferma anche Silvio Ranieri, segretario regionale di Anci Umbria – è quella di rappresentare e tutelare gli interessi dei Comuni. Questi due progetti vanno in questa direzione. L’Umbria esprime alta qualità del personale comunale, comunque è fondamentale che chi lavora all’interno della Pubblica amministrazione acquisisca sempre più competenze per essere aggiornato, performante e per rispondere sempre meglio alle esigenze dei nostri cittadini”.

I due progetti – che hanno preso il via nei giorni scorsi – verteranno sulle 7 aree tematiche di maggiore interesse degli Enti locali quali: formazione manageriale, personale, bilancio e contabilità, tributi, sociale, appalti ed inglese tecnico. Nello specifico, il progetto Creolab avrà una durata totale di 264 ore (in presenza o in fad sincrona), articolate in 11 edizioni, ed è destinato a 242 dipendenti del comparto e dirigenti degli enti locali. Grifolab, invece, avrà una durata totale di 180 ore (in presenza o in fad sincrona), articolate in 13 edizioni, ed è destinato a  240 tra dipendenti del comparto e dirigenti degli enti locali.




AL VIA IL SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE: 130 I VOLONTARI COINVOLTI IN UMBRIA, 37 GLI ENTI/COMUNI

Al via a livello nazionale il percorso con collegamenti online con 15 regioni coinvolte e con i saluti della sindaca Vittoria Ferdinandi, delegata Anci alle Pari Opportunità, Famiglie, Inclusione e Pace

Perugia, 28 maggio 2025 – Ha preso il via a livello nazionale – e per la prima volta con collegamenti online da tutta Italia – il Servizio civile universale (bando 2024) coordinato da Scanci, il network promosso da Anci Lombardia che vede coinvolte 10 Anci regionali (Lombardia, Umbria, Liguria, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Abruzzo, Marche e Sicilia) ed alcuni Comuni di altre 5 regioni italiane. Oltre 1.200 i volontari che prenderanno servizio in tutto il Paese di cui 130 in Umbria, che saranno dislocati in 37 Comuni/Enti.

Erano presenti a coordinare l’incontro in Umbria – che si è tenuto oggi (mercoledì 28 maggio) presso la sala Congressi Galeazzo Alessi dell’Hotel Plaza a Perugia e dove è intervenuto anche il segretario generale di Anci Umbria, Silvio Ranieri – Beatrice Meroni e Laura Biraghi, dell’ufficio Servizio civile universale di Anci Lombardia, mentre ha portato i saluti istituzionali di Anci nazionale la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi, delegata Anci alle Pari Opportunità, Famiglie, Inclusione e Pace.

“È stato per me un grande onore, come Sindaca e delegata nazionale Anci, partecipare a questo bellissimo evento, che ha visto collegati più di 1.200 ragazzi e dove si è parlato di Servizio civile universale, una scelta importante che ridà moltissima speranza perché ci parla di giovani che scelgono di mettersi al servizio della nostra comunità. In un’epoca in cui viene ‘venduto’ sempre più come prospettiva l’individualismo, la rassegnazione, la distanza dalle nostre comunità, pensare che, invece, tantissimi ragazzi abbiamo scelto di mettersi al servizio delle nostre comunità è qualcosa che ci dà enorme fiducia e che come Anci continueremo a sostenere”, ha dichiarato Vittoria Ferdinandi nel corso del suo intervento.   

Dei 130 posti a disposizione in Umbria, 6 saranno riservati ad Anci Umbria mentre gli altri saranno dislocati in altri 37 Comuni/Enti: Allerona (2), Alviano (1), Amelia (2), Baschi (2), Bastia Umbra (2), Campello sul Clitunno (2), Castel Ritaldi (3), Castel Viscardo (2), Costacciaro (2), Fabro (2), Ficulle (1), Foligno (3), Fossato di Vico (1), Giano dell’Umbria (1), Gualdo Tadino (4), Guardea (2), Gubbio (14), Lisciano Niccone (1), Lugnano in Teverina (2), Monte Castello di Vibio (2), Monte Santa Maria Tiberina (1), Montecchio (1), Montefalco (1), Montone (1), Nocera Umbra (2), Orvieto (8), Penna in Teverina (2), Perugia (9), Porano (1), Scheggia e Pascelupo (1), Sigillo (1), Spello (2), Spoleto (15), Terni (18), Trevi (2), Valfabbrica (3), Valtopina (2), Prefettura di Perugia (2).




CDP, FONDAZIONE PERUGIA E ANCI UMBRIA INSIEME PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO

Cassa Depositi e Prestiti (CDP) rinnova il suo sostegno alle comunità locali incontrando gli attori del territorio in un ciclo di confronti che ha fatto tappa anche a Perugia. All’evento hanno preso parte Fondazione Perugia, che ha ospitato l’incontro, e Anci Umbria. È stata questa l’occasione per proseguire un dialogo volto a rafforzare la già solida collaborazione tra realtà impegnate per la crescita del Paese.

Nel corso dell’incontro CDP ha presentato l’ampio ventaglio di soluzioni messe a disposizione degli Enti per favorire lo sviluppo del tessuto economico e sociale della regione. In particolare, a supporto delle PA locali, con riferimento al triennio 2022-2024, Cassa Depositi e Prestiti ha erogato risorse complessive pari a 105 milioni di euro a beneficio di 132 soggetti che operano nella regione.

“Gli eventi territoriali promossi da Cassa Depositi e Prestiti costituiscono un’occasione di incontro e confronto con le Pubbliche Amministrazioni per approfondire specifiche tematiche e dare le risposte più efficaci alle istanze delle comunità locali. Ringraziamo tutti i partecipanti e in particolare Fondazione Perugia e Anci Umbria nostri partner nel supporto quotidiano offerto alle realtà attive nella regione”, ha dichiarato il Responsabile Relazioni Business PA Centro-Ovest, Riccardo Maria Ardizzone.

“L’incontro di con CDP rappresenta un momento prezioso di confronto su strumenti, risorse e progettualità a disposizione degli enti locali. Come Fondazione Perugia, condividiamo con Cassa Depositi e Prestiti una missione di fondo: contribuire allo sviluppo del territorio, rafforzando il tessuto sociale, culturale ed economico delle nostre comunità”, ha detto il Vice Direttore di Fondazione Perugia, Cesare Mancini.

“In un momento in cui il Pnrr offre opportunità straordinarie per il rilancio del Paese, i Comuni si trovano ancora a fare i conti con difficoltà di liquidità, legate agli anticipi di cassa e ai ritardi nei trasferimenti ministeriali. L’incontro con Cassa Depositi e Prestiti rappresenta un passo importante nel rafforzamento del rapporto tra enti locali e un alleato strategico, capace di offrire strumenti concreti per sostenere i territori e accelerare la realizzazione degli investimenti. Anci Umbria continuerà a lavorare per creare occasioni di confronto, collaborazione e crescita a beneficio di tutti i Comuni umbri”, ha sottolineato il Presidente di Anci Umbria, Federico Gori.




ANCI UMBRIA PROCIV, APPROVAZIONE DEL BILANCIO E PRESENTAZIONE PROSSIME ATTIVITÀ

Presenti anche il presidente della Provincia di Perugia Massimiliano Presciutti e quello di Anci Umbria Federico Gori

Perugia, 21 maggio 2025 – Approvati all’unanimità il bilancio consuntivo e preventivo di Anci Umbria ProCiv. L’assemblea dei soci si è tenuta mercoledì 21 maggio, presso la sala del Consiglio della Provincia di Perugia. Prima dell’approvazione del bilancio, il presidente di Anci Umbria ProCiv, Enrico Valentini, ha illustrato le molteplici attività che interesseranno l’Associazione nei prossimi mesi.

Il prossimo 9 giugno si svolgerà l’ultimo evento del ciclo formativo promosso da Anci Umbria e rivolto ai nuovi amministratori, che sarà curato dalla struttura di Anci Umbria ProCiv, dal titolo “Lo strumento della pianificazione comunale di protezione civile a supporto degli amministratori locali”. “La nostra struttura – ha dichiarato Valentini – vuole tutelare e supportare gli Amministratori, anche attraverso questi momenti informativi fondamentali, che ci permettono di porre l’attenzione sul ruolo del Sindaco e le responsabilità che ne conseguono”.

Il presidente ha proseguito illustrando il progetto sperimentale che si avvierà a breve con il Comune di Foligno, relativo alla revisione di nuove procedure operative che potranno essere la base per una revisione delle linee guida regionali per la pianificazione comunale di protezione civile. Foligno è stato scelto perché rispondente a una serie di criteri tecnici, tra cui le dimensioni territoriali, i rischi che lo interessano, la vicinanza alle strutture operative sovracomunali tra cui il Centro Regionale di Protezione Civile e la disponibilità dimostrata negli anni da parte dell’ufficio competente. Sarà proprio attraverso questo ufficio che lo staff tecnico di Anci Umbria ProCiv si interfaccerà per sviluppare il lavoro, che prevede il coinvolgimento dell’intera struttura comunale.

Per ciò che concerne le attività in essere con la Provincia di Perugia, è previsto entro il mese di giugno un evento informativo che avrà l’obiettivo di illustrare le potenzialità della piattaforma digitale WebGIS provinciale, a cui ha collaborato anche la struttura tecnica di Anci Umbria ProCiv inserendo dati tecnici legati al territorio e di pubblica utilità.

Valentini ha poi illustrato l’ultimo progetto di pianificazione intercomunale che interessa l’area interna della Valnerina, la quale è composta da 14 comuni, di cui 10 afferenti alla Provincia di Perugia e 4 a quella di Terni. Il lavoro, già avviato, prevede una serie di incontri territoriali utili alla raccolta dei dati di protezione civile che confluiranno nella stesura di un documento unico di pianificazione.

Tra le attività in essere anche quella sviluppata di concerto con la Regione Umbria. Si tratta del progetto Rimu Clima, che si prefigge l’obiettivo di potenziare i sistemi di previsione meteorologica creando una rete integrata regionale. Partner del Rimu sono Fondazione Cima e Anci Umbria che sarà presente attraverso Anci Umbria ProCiv che, attraverso i suoi professionisti, eseguirà un lavoro di ripulitura e standardizzazione dei dati informativi geografici che quotidianamente vengono lavorati e gestiti per i Comuni nell’ambito della pianificazione.

Valentini ha parlato anche della situazione che sta affrontando la Regione Friuli Venezia Giulia in merito alla sentenza di condanna nei confronti del Sindaco e del coordinatore del gruppo di volontariato del Comune di Preone a seguito della vicenda che ha visto un volontario di protezione civile perdere la vita durante un’emergenza di maltempo. “Risulta di fondamentale importanza – ha affermato il presidente di Anci Umbria ProCiv – capire i limiti d’azione al fine di poter operare nella maniera più corretta possibile e ovviamente garantendo la sicurezza di tutti. A causa di questi eventi, molti anche coloro che sono impegnati nel mondo della protezione civile, non vogliono più ricoprire il ruolo di coordinatore di un gruppo comunale. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e sottoponiamo al direttivo di Anci Umbria la volontà di scrivere una lettera a firma congiunta per sollecitare il Governo al fine di tutelare la figura degli Amministratori e quindi prevedere una revisione della normativa nazionale”.

Valentini, infine, ha ringraziato Federico Gori, presidente di Anci Umbria, per il costante confronto che avviene quotidianamente, e il direttore di Anci Umbria ProCiv, Silvio Ranieri, per il continuo supporto.

Subito dopo ha preso la parola il presidente della Provincia di Perugia, Massimiliano Presciutti, che ha colto l’occasione per sottolineare la funzione e il ruolo che l’Associazione fa a supporto delle realtà locali. “Da Sindaco, – ha detto – ho avuto modo di vedere direttamente l’attività che viene svolta e la competenza dei tecnici che sono sempre disponibili verso le strutture comunali. Vantiamo un piano di protezione civile che viene preso come esempio anche in altre realtà. Nonostante le esigue risorse che hanno i Comuni, questa attività risulta fondamentale sia per gli aspetti che riguardano la prevenzione, che per il supporto durante la gestione di un’emergenza”. Ha concluso elogiando la struttura che, seppur nata da poco, ha già avuto modo di dimostrare la sua professionalità, tanto che negli ultimi anni sono stati frequenti i contatti da parte di Enti extra-regionali.

Ha chiuso l’assemblea il Sindaco di Norcia, Giuliano Boccanera, che, ringraziando Anci Umbria ProCiv, ha parlato dell’utilità di sviluppare un progetto ad hoc nei territori della Valnerina, realtà complessa anche per l’estensione territoriale.




PERCORSO REGIONALE FORMATIVO 0-6: NELL’ULTIMO ANNO QUASI 900 PROFESSIONISTI COINVOLTI

Anci Umbria lavora da sei anni per il sostegno e la crescita della Comunità educante del territorio umbro, su incarico della Regione Umbria, con il supporto del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università degli Studi di Perugia e dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Umbria

Perugia, 12 maggio 2025 – Sono state circa 550 le persone che hanno preso parte al seminario online conclusivo dei percorsi regionali formativi 0-6 di Perugia e Terni, organizzato sabato scorso da Anci Umbria con l’importante supporto della Regione Umbria e dell’Ufficio Scolastico Regionale (Usr) per l’Umbria, dal tema “Il sistema integrato 0-6 in Umbria tra riposizionamenti e sfide possibili”. Un numero che denota l’interesse sempre maggiore sul progetto formativo – da sei anni coordinato da Anci Umbria su incarico della Regione Umbria, con il supporto del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università degli Studi di Perugia e dell’Usr per l’Umbria – che quest’anno si è articolato in 43 edizioni formative (di 5 incontri ciascuna) rivolte a quasi 900 discenti, ovvero a tutte le professioniste e i professionisti che lavorano negli istituti di infanzia e di prima infanzia comunali, statali, privati e paritari.

Il seminario – introdotto da Silvio Ranieri, segretario regionale di Anci Umbria, e coordinato da Raffaella Ricci di Anci Umbria – si è aperto con i saluti istituzionali di Fabio Barcaioli, assessore all’Istruzione della Regione Umbria, Francesco Mezzanotte, delegato dell’Usr per l’Umbria, Federico Gori, presidente di Anci Umbria, Massimiliano Marianelli, direttore del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università degli Studi di Perugia e Viviana Altamura, assessore del Comune di Terni, comune capofila dei fondi per la formazione 0-6.

L’assessore regionale Fabio Barcaioli ha affermato che anche se “in Umbria abbiamo superato il target europeo di 45 posti ogni 100 bambini residenti sotto i 3 anni, arrivando al 46,5%, ci sono ancora tantissime richieste non evase che restano in graduatoria senza trovare un posto libero. Quindi, come Regione – ha proseguito – stiamo cercando di trasformare le scuole dell’infanzia (3-6 anni), delle quali il 95% è statale in 0-6 anni. Per fare questo stiamo stipulando, insieme all’Ufficio Scolastico Regionale, un protocollo d’intesa per l’ampliamento ai 3-6. Parallelamente, stiamo lavorando al regolamento attuativo della legge regionale 13/2023, quella che appunto istituisce le scuole 0-6 anni in Umbria”.

Francesco Mezzanotte, delegato Usr, ha ringraziato tutti i soggetti istituzionali coinvolti in questo percorso di formazione ricordando l’importanza ed il ruolo del Tavolo paritetico regionale del Sistema integrato 0-6 – composto da Usr dell’Umbria, Regione Umbria e Anci Umbria – che ha il compito di coordinamento ed attuazione delle attività del Piano di azione nazionale pluriennale per la promozione del Sistema integrato di educazione e di istruzione.

Il Presidente di Anci Umbria, Federico Gori, è intervenuto sottolineando l’ampia partecipazione come segnale forte della direzione intrapresa. “Investire nella formazione – ha dichiarato – significa investire nel futuro delle nostre comunità. I primi sei anni di vita sono decisivi per lo sviluppo dei bambini e ogni ambiente educativo di qualità ha bisogno di persone preparate e consapevoli. Per questo la formazione non è un optional, ma una responsabilità collettiva. Ogni bambino ha il diritto di crescere in un contesto educativo che lo valorizzi sin dai primi anni”.

In questo contesto, il Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università degli Studi di Perugia, attraverso una convenzione con Anci Umbria, collabora ogni anno alla definizione del progetto formativo. Il direttore del Dipartimento, Massimiliano Marianelli, portando i suoi saluti ha dichiarato: “Ho apprezzato la concretezza delle relazioni che sono state sono state portate avanti per il bene del territorio. Mi piace molto questa attenzione alla formazione 0-6, perché formiamo il futuro vero della nostra comunità”.

L’assessore Viviana Altamura, infine, ha affermato che “la struttura di rete esistente oggi funziona. È importante puntare sulla formazione 0-6 e il seminario di oggi è un ulteriore momento rilevante per costruire un sistema integrato sempre più efficiente ed efficace”.

Dopo i saluti iniziali, si sono tenuti gli interventi di: Moira Sannipoli, docente associato in Didattica e Pedagogia speciale del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università degli Studi di Perugia, che ha parlato di “Oltre il tempo dell’anestesia: la formazione come sfida estetica”; Fabiano Paio, Claudia Brilli e Antonella Di Cato dell’Usr per l’Umbria, che sono intervenuti sulle “Prospettive per la qualificazione ed il consolidamento del Sistema integrato 0 – 6 in Umbria: il ruolo del Tavolo paritetico regionale”; Rosa Seccia, dirigente Tecnico Usr Lombardia e già componente della Commissione Nazionale 0-6, su “Attuazione del sistema 0 – 6: l’apporto della Commissione Nazionale e la leva strategica del Coordinamento Pedagogico territoriale”; Samantha Bonucci, coordinatrice pedagogica territoriale del Comune di Perugia, Elisa Bigini, insegnante e collaboratrice del DS – IC Perugia 4, Raffaella Perugini, insegnante e coordinatrice Scuole Infanzia – D.D.2 Perugia, su “Intrecciarsi per la costruzione di una cultura 0-6 condivisa”; Valentina Bendini, responsabile sezione Diritto allo studio, istruzione tecnica superiore, socio-educativi per la prima infanzia della Regione Umbria, che ha concluso parlando di “Più scienze per bambine e bambini: il progetto sySTEAM della Regione Umbria”.

Hanno fatto le conclusioni finali Chiara Scardazza, coordinatrice della Consulta Istruzione di Anci Umbria, Moira Sannipoli, docente associato in Didattica e Pedagogia speciale del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università degli Studi di Perugia, e Fabiano Paio, dirigente tecnico dell’Usr per l’Umbria.

Chiara Scardazza ha rimarcato che Anci Umbria sta “lavorando alle nuove linee guida per l’offerta scolastica per contribuire a qualificare sempre di più l’offerta formativa per gli insegnanti e per migliorare i servizi. In questo contesto lo 0-6 dà sostanza ad un percorso di continuità orizzontale e verticale, che rassicura le famiglie e le radica sul territorio”.




“LA TUA VOCE PER UN’EUROPA PIÙ VICINA”: AL VIA IL SONDAGGIO ONLINE PROMOSSO DA ANCI UMBRIA, VILLA UMBRA E TUCEP

Attivato in occasione della Giornata dell’Europa, si chiuderà il 31 maggio
È rivolto a cittadini, amministratori, studenti, operatori del terzo settore, imprese, enti e stakeholder

 In occasione della Giornata dell’Europa, che si celebra il 9 maggio, Anci Umbria, Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica e Tucep (Tiber Umbria Comett Education Programme) lanciano un sondaggio – rivolto a cittadini, amministratori, studenti, operatori del terzo settore, imprese, enti e stakeholder – con l’obiettivo di raccogliere esperienze, percezioni e suggerimenti sul modo in cui l’Unione europea comunica, interviene e si rende presente nella vita quotidiana delle persone.

Poco più di 30 domande a risposta chiusa dove viene chiesto, ad esempio, il grado di conoscenza delle Istituzioni europee e i loro processi decisionali; qual è il valore/vantaggio di appartenere all’Unione Europea; la consapevolezza del fatto che attraverso il finanziamento da parte della Commissione Europea è possibile partecipare a corsi di formazione, stage, seminari ed eventi gratuiti ed esperienze di scambio e mobilità.

Le tre organizzazioni, legate da una comune attenzione alle tematiche europee e al processo d’integrazione europea, in base ai risultati del sondaggio, il cui slogan è “La tua voce per un’Europa più vicina”, intendono promuovere azioni congiunte di informazione verso il grande pubblico che aiutino una migliore sensibilizzazione verso le opportunità derivanti dalle politiche e strumenti di finanziamento europei nonché sostenere un più compiuto senso di appartenenza al progetto “europeo” in termini di diritti e valori nei quali si riconoscono i paesi ed i popoli dell’Europa. Per questi motivi l’opinione di tutti sarà preziosa per capire meglio quali sono i bisogni, le aspettative e le criticità da affrontare per migliorare la qualità della partecipazione democratica e il senso di appartenenza all’Unione europea.

Il sondaggio, che è in forma anonima e che richiede al massimo 7-10 minuti di tempo, è consultabile fino al 31 maggio al link: https://www.survio.com/survey/d/M5V4K9E6Q6K0B7D8V.

Per maggiori informazioni:
Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica: https://villaumbra.it
Anci Umbria: https://anci.umbria.it/
Tucep: https://www.tucep.org/




AFFIDO FAMILIARE, FERDINANDI: “MAGGIORE SOSTEGNO AI COMUNI, SERVONO RISORSE, PERSONE E STRUMENTI”

“L’affido familiare è un tema che ci coinvolge profondamente perché parliamo della capacità che ha una comunità di prendersi per mano nei momenti più delicati della vita. I Comuni sono la prima linea dell’accoglienza e della tutela”. Così la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi delegata Anci alle Pari Opportunità, Famiglie, Inclusione e Pace intervenuta oggi in Parlamento al Tavolo Nazionale Affido, evento organizzato, per il quarto anno consecutivo, per richiamare l’attenzione del mondo politico sulla esigenza di istituire la Giornata Nazionale dell’Affido Familiare. 

Evidenziando come la responsabilità dei Comuni necessiti di condivisione, Ferdinandi ha rimarcato il ruolo fondamentale del terzo settore, delle associazioni, delle reti di famiglie affidatarie. “Un patto – ha detto – che va rafforzato, sostenuto, riconosciuto anche a livello istituzionale e normativo, perché rappresenta il cuore operativo e valoriale del sistema di tutela”. 

E proprio partendo da questo sguardo comune la delegata Anci ha sottolineato l’impegno dell’Associazione dei Comuni all’iter parlamentare del disegno di legge presentato dai Ministri Roccella e Nordio in materia di tutela dei minori in affidamento. “Un provvedimento – ha dichiarato – che apprezziamo nell’obiettivo generale di rafforzare il sistema di protezione per i minorenni ma sul quale osserviamo la necessità di un maggiore coinvolgimento dei Comuni nella consapevolezza che la tutela si costruisce insieme”.  

In particolare, sull’Osservatorio previsto dal disegno di legge, Ferdinandi ha segnalato l’esigenza che sia uno strumento utile, condiviso, trasparente, nel quale i Comuni “siano parte integrante del suo funzionamento coscienti del fatto che la protezione dei minori deve essere fatta con professionalità e umanità. 

“Il riconoscimento dell’affidamento familiare come Livello Essenziale delle Prestazioni – ha detto – è per l’Anci una priorità, perché ogni territorio deve poter contare su servizi sociali formati, centri affido funzionanti, supporti psicologici, contributi economici certi”. Per questo, “in attuazione delle linee guida, nel nuovo Piano Nazionale degli Interventi e Servizi Sociali 2024/26 abbiamo apprezzato l’inserimento di un’apposita scheda tecnica dedicata ai Centri Servizi per l’Affido Familiare, che mira a rafforzare e strutturare i servizi di supporto alle famiglie affidatarie”. 

“Ora – ha aggiunto – serve concretezza e realtà. I Comuni hanno bisogno di sostegno che si declini in risorse, persone, strumenti e anche di simboli. Per questo – ha concluso – sono fortemente convinta che l’istituzione della Giornata Nazionale dell’Affido Familiare sia importante e necessaria per ricordare, per raccontare, per far conoscere, per dire grazie a chi ogni giorno si prende cura compiendo una scelta di valore che riguarda tutti”. 




SOLIDARIETÀ ALLA PRESIDENTE PROIETTI PER GLI ATTACCHI SOCIAL

Il presidente Federico Gori: “Basta violenza verbale e minacce”

Perugia, 8 aprile 2025 – Il presidente di Anci Umbria, Federico Gori, esprime la piena solidarietà e vicinanza dell’Associazione dei Comuni umbri alla presidente della Regione, Stefania Proietti, per i vili attacchi ricevuti attraverso i social.

“Desidero esprimere a nome di tutti i Sindaci umbri la più sentita solidarietà e vicinanza alla presidente Proietti per gli inaccettabili attacchi personali che ha subito sui social media”, dichiara Federico Gori. “È fondamentale ribadire con forza – prosegue – che nulla di tutto ciò ha a che fare con la normale e sana dialettica pubblica e democratica. Esprimere dissenso è un diritto e un elemento vitale del confronto politico, ma è assolutamente inammissibile che questo trascenda nella minaccia, nel turpiloquio e nell’attacco alla sfera personale”.

Il presidente di Anci Umbria sottolinea come questo fenomeno non sia isolato: “Come amministratori pubblici, viviamo sulla nostra pelle da diversi anni questa tendenza preoccupante. Ancor più grave è constatare come le amministratrici vengano attaccate in modo particolare, subendo anche improperi di natura sessista. In un momento storico delicato come quello attuale, in cui c’è un dibattito aperto sull’individuazione di strumenti efficaci per contrastare la violenza e il tentativo di sottomissione femminile, episodi come questi sono del tutto intollerabili. Ha fatto bene la Presidente a non rimanere in silenzio e a denunciare pubblicamente questi atti. Tuttavia, – conclude Federico Gori – è cruciale comprendere che questo è un fenomeno più esteso e profondamente preoccupante, di cui tutti noi, e la politica in primis, dobbiamo farci carico con responsabilità e determinazione”.

Anci Umbria condanna fermamente ogni forma di violenza verbale e online, ribadendo l’importanza di un dibattito pubblico rispettoso e costruttivo, basato sul confronto di idee e non sull’odio e sull’aggressione personale. È in capo a ciascuno – istituzioni e cittadini – condannare con fermezza questa deriva, affinché si affermi una cultura del rispetto, della responsabilità e della dignità della persona.




INCONTRO TRA ANCI UMBRIA, SINDACI E GIUNTA REGIONALE SU PROPOSTA MANOVRA REGIONALE

Il presidente Federico Gori: “I Sindaci auspicano riforme orientate alla razionalizzazione della spesa pubblica, laddove necessario, tutelando in ogni caso i cittadini, in particolare le fasce più fragili e a reddito medio-basso”

Perugia, 28 marzo 2025 – L’ufficio di Presidenza di Anci Umbria, insieme a numerosi Sindaci umbri, ha incontrato  giovedì 27 marzo la presidente della Giunta regionale Stefania Proietti, il vicepresidente con delega al bilancio Tommaso Bori, gli assessori regionali Simona Meloni e Francesco De Rebotti e i dirigenti della Regione Umbria per un confronto sulla proposta di manovra finanziaria in procinto di essere discussa in Consiglio regionale. Durante il confronto, i rappresentanti della Regione hanno illustrato i contenuti della manovra, aprendo un dialogo con gli amministratori locali, che hanno partecipato con numerosi interventi, esprimendo le proprie osservazioni e preoccupazioni.

Anci Umbria ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento dei territori nelle scelte regionali, evidenziando come tali decisioni abbiano un impatto diretto sulle comunità locali e contribuiscano ad accrescere la pressione nei confronti delle amministrazioni comunali da parte dei cittadini, che attendono risposte chiare e concrete.

“Abbiamo ribadito – ha dichiarato il presidente di Anci Umbria Federico Gori la necessità di comprendere a fondo la portata della manovra, chiedendo in primo luogo di contenere il più possibile l’impatto sulle famiglie umbre. I Sindaci auspicano riforme orientate alla razionalizzazione della spesa pubblica, laddove necessario, tutelando in ogni caso i cittadini, in particolare le fasce più fragili e a reddito medio-basso”.

Al termine del confronto, si è convenuto da entrambe le parti di istituire un tavolo permanente di partecipazione tra Regione Umbria e Anci Umbria, al fine di condividere l’impostazione della manovra prima della sua presentazione al Consiglio regionale. Una decisione che segue l’impegno espresso oggi (venerdì 28 marzo) dalla Giunta regionale a ridurre l’impatto della manovra, anche in risposta alle istanze sollevate dai Sindaci umbri.

Anci Umbria continuerà a farsi portavoce delle istanze dei Comuni, in un’ottica di leale collaborazione istituzionale e nell’interesse delle comunità locali.




LEGGE DI BILANCIO, 3 I COMUNI SOTTO I 1000 ABITANTI CHE HANNO SUBITO I TAGLI PEGGIORI NELLA LEGGE DI BILANCIO

LEGGE DI BILANCIO, SONO 13 I COMUNI UMBRI CON MENO DI MILLE ABITANTI CHE AVRANNO MENO SOLDI DA SPENDERE NEL 2025

Federico Gori (presidente Anci Umbria): “È necessario fare il punto della situazione per supportare e sostenere questi Comuni”. Sul tema interviene anche il sindaco Dini

PERUGIA 17 MAR 2025 – Sono tredici i Comuni umbri con meno di mille abitanti che nel 2025 avranno meno soldi da spendere per interventi come l’efficientamento energetico dell’illuminazione pubblica, la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici, patrimonio comunale ed abbattimento delle barriere architettoniche. È quanto stabilisce la legge di bilancio per il 2025, il più importante provvedimento di programmazione economica approvato a fine dicembre, che ha sostanzialmente azzerato un contributo per gli investimenti di circa 58mila euro all’anno, introdotto nel 2019 da un decreto-legge del primo governo  Conte.

“Come immaginavamo i Comuni con popolazione inferiore ai mille abitanti, che sono circa il 14% di quelli umbri, si troveranno a dover tagliare i servizi ai cittadini o a essere rischio di dissesto finanziario a causa dell’assenza dei fondi del ‘Decreto crescita 2019′”, spiega Federico Gori, presidente di Anci Umbria, che da mesi sta attenzionando la situazione supportando anche Anci nazionale che nei mesi scorsi aveva proposto un emendamento che non è stato accolto in fase di conversione della Finanziaria 2025.

I Comuni che sarebbero interessati dal provvedimento sono: Penna in Teverina, Cerreto di Spoleto, Sellano, Paciano, Preci, Lisciano Niccone, Monteleone di Spoleto, Sant’Anatolia di Narco, Parrano, Scheggino, Vallo di Nera, Polino e Poggiodomo.

“È necessario fare il punto della situazione – prosegue Gori – per cercare di sostenerli e supportarli come possibile. Questa riduzione rappresenta una sfida significativa per i piccoli Comuni, che spesso dipendono da questi fondi per finanziare interventi essenziali, specialmente per quelli più svantaggiati delle aree interne”.
Per attenuare l’impatto di questi tagli, la legge di bilancio ha previsto alcune misure compensative. Ad esempio, ai Comuni con meno di mille abitanti in dissesto finanziario è stato attribuito un sostegno economico fino a 25 milioni di euro per gli anni 2025 e 2026, destinato al pagamento dei debiti ammessi. Inoltre, è stato istituito un fondo straordinario di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, volto a rafforzare l’offerta di servizi sociali da parte dei piccoli Comuni in difficoltà finanziaria.
“Nonostante queste misure – sottolinea ancora Gori – molti amministratori locali esprimono preoccupazione per l’insufficienza dei fondi disponibili, che potrebbe compromettere la capacità dei Comuni di garantire servizi essenziali e di attuare interventi di miglioramento infrastrutturale. Anche se alcune misure compensative sono state introdotte per supportare i piccoli Comuni, la riduzione dei finanziamenti prevista dalla legge di bilancio 2025 rappresenta una sfida significativa. È essenziale – conclude Gori – che le amministrazioni locali esplorino tutte le possibili fonti di finanziamento e collaborino con enti sovracomunali e altre istituzioni per garantire la sostenibilità e la qualità dei servizi offerti alle comunità”.
Luca Dini, sindaco di Paciano, rimarca il problema sottolineando che “i piccoli Comuni rappresentano una vera risorsa sociale per il Paese. Infatti, essi sono un fondamentale presidio territoriale, in quanto curano e gestiscono un’area vasta fatta di abitazioni, aziende, strade, boschi, percorsi, terreni agricoli, centri storici, palazzi, ecc. I piccoli Comuni, quindi, qualificano anche strutturalmente un territorio e lo vivacizzano con l’aiuto di volontari ed associazioni. Rappresentano un’importante possibilità di turismo, in quanto sono un attrattore turistico naturale e fonte di progetti che permettono un numero maggiore di giorni di presenza nel territorio. Inoltre le amministrazioni dei piccoli Comuni animano i borghi di iniziative, eventi ed attività che altrimenti non verrebbero realizzate. Rappresentano, infine, anche una ricchezza umana e sociale, in quanto il rapporto umano e il senso di comunità nei piccoli borghi è molto elevato. Il rapporto con la pubblica amministrazione è di ascolto e concreto, vista la conoscenza immediata tra le persone e la vicinanza ai problemi”.
“I piccoli Comuni – sottolinea Dini – sono sempre citati nei convegni per il recupero delle tradizioni, nella realizzazione di piani turistici, nelle iniziative per evitare lo spopolamento. Ma poi? Arriva la legge di bilancio che toglie importanti risorse economiche proprio ai Comuni sotto i mille abitanti, le ‘Cenerentole’ della nostra beneamata Italia, quelli che maggiormente avrebbero necessità di essere aiutati. Soldi che venivano utilizzati per manutenzione strade, efficientamento energetico e sistemazione patrimonio comunale. Quindi, questi fondi, dal 2025 non ci sono più. Un problema che va affrontato seriamente e con iniziative efficaci”.




PARI OPPORTUNITÀ: PROTOCOLLO D’INTESA TRA ANCI FERDINANDI E MINISTERO

Protocollo d’intesa Anci-Ministero Pari Opportunità per valorizzare le donne che hanno fatto la storia dei territori

Potenziare nei Comuni le iniziative per le pari opportunità, il superamento degli stereotipi, il ruolo delle donne nella cultura e nella storia, partendo dalle storie invisibili di donne incredibili che hanno contribuito alla crescita dei luoghi nei quali sono nate o vissute. Raccontare i territori attraverso la vita di figure femminili che hanno saputo valorizzarli e farli grandi, per ricostruire la memoria di quella “Italia delle donne” – dal nome di un progetto del ministero per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità – che attraverso la conoscenza, formazione e divulgazione può portare le comunità locali a riscoprire e valorizzare vicende e percorsi poco conosciuti.
È questo l’obiettivo principale del protocollo d’intesa siglato oggi a Roma al MAXXI tra la ministra Eugenia Roccella, la delegata alle Pari opportunità dell’Anci e sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, e il delegato alla Formazione, sindaco dell’Aquila e membro dell’Ufficio di presidenza Anci, Pierluigi Biondi.

A fare da cornice alla firma del protocollo, un ricco evento che ha visto la premiazione di venti biografie di “donne di penna”, “donne di scena” e “donne delle istituzioni”, provenienti da tutta Italia, selezionate fra le 387 con le quali gli enti locali hanno partecipato al primo avviso pubblico dell’”Italia delle donne”, appena concluso. E, accanto, la testimonianza di figure di spicco del mondo delle istituzioni, della cultura, della comunicazione e dello sport: Caterina Balivo, conduttrice televisiva, Claudia Gerini, attrice, Alessandra Necci, direttrice delle Gallerie Estensi e biografa storica, Daria Perrotta, ragioniere generale dello Stato, Laura Ramacciotti, rettrice dell’Università di Ferrara, Elisa Di Francisca, campionessa olimpica di scherma.
Attraverso l’istituzione di un comitato paritetico, Anci e Ministero si impegnano a condividere informazioni e attività di comunicazione rivolte alla formazione degli amministratori locali e del personale degli enti associati sui temi delle pari opportunità.

Altro obiettivo del protocollo, che avrà durata biennale, sarà quello di valorizzare il contributo delle donne alla storia dell’Italia, rendendolo visibile e riconoscibile nei territori nei quali sono state radicate anche attraverso la toponomastica, la promozione di iniziative, l’apposizione di targhe e l’intitolazione di luoghi o strutture nei comuni di origine.“I territori sono il cuore pulsante dell’Italia e le donne fanno parte della loro storia, spesso poco conosciuta e poco raccontata – dichiara la ministra Eugenia Roccella -. Portare alla luce biografie di donne straordinarie, che tra mille difficoltà sono riuscite a rompere i tanti soffitti di cristallo, o anche straordinariamente ordinarie, portatrici di un’intima dimensione di cura sempre sottovalutata, serve a riannodare una memoria condivisa, a non dimenticare le battaglie del passato, ma anche a dare un senso ai traguardi raggiunti nel presente e all’impegno per il futuro. Sono felice che Anci abbia deciso di partecipare a questo progetto, perché i Comuni sono il primo luogo in cui può esprimersi un senso di comunità dove nessuna storia venga cancellata”.
“Sono profondamente orgogliosa di questo protocollo d’intesa – rimarca la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi – perché rappresenta un passo significativo verso il riconoscimento e la valorizzazione delle storie delle donne nella nostra cultura e nella nostra storia. Questo non è solo un tema di rappresentanza; il vero focus è sulla rappresentazione. Attraverso il progetto ‘L’Italia delle donne’ – aggiunge la delegata Anci – ci impegniamo a superare gli stereotipi e a promuovere le pari opportunità, affinché le storie di queste straordinarie figure possano essere raccontate e celebrate. La rappresentazione delle donne è cruciale per modellare l’immaginario specie dei nostri bambini e delle nostre bambine, che devono apprendere il nostro alfabeto sociale. Se permettiamo a una bambina di immaginarsi come astronauta, scienziata o politica, ma la circondiamo di un universo in cui le donne non sono rappresentate come figure di eccellenza, è lì che dobbiamo agire.
“L’Italia delle Donne – dichiara il sindaco de L’Aquila Pierluigi Biondi – è un progetto che restituisce memoria e visibilità al contributo femminile nella storia dei nostri territori. Grazie all’impulso della ministra Eugenia Roccella, questa iniziativa non solo riconosce il ruolo delle donne nel passato, ma offre alle nuove generazioni modelli positivi di competenza e leadership. In Anci, attraverso la formazione, vogliamo rafforzare questo percorso, affinché il talento e il merito siano gli unici criteri di crescita per donne e uomini nelle istituzioni e nella società”.

Roma, 7 marzo 2025




PRESENTATO DOSSIER STATISTICO IMMIGRAZIONE 2024: IN UMBRIA 89.735 I RESIDENTI STRANIERI

Al palazzo della Provincia di Perugia è stato illustrata la 34esima edizione del Dossier Statistico Immigrazione 2024. L’iniziativa è stata organizzata dalla Regione Umbria e da Anci Umbria
In Umbria sono 89.735 i residenti stranieri nel 2024
Sono pari al 10,5% della popolazione regionale e il 54,4% di loro sono donne

Perugia, 7 marzo 2025 – Secondo i più recenti dati Istat, al primo gennaio 2024 risultano essere 89.735 i residenti stranieri registrati in Umbria, che sono pari al 10,5% della popolazione regionale totale (854.378). Rispetto all’anno precedente, c’è stato un incremento dell’1,3% (88.571) delle presenze. Sono questi alcuni dei dati umbri emersi durante la presentazione della 34esima edizione del Dossier Statistico Immigrazione 2024, che si è tenuta venerdì 7 marzo presso la sala del Consiglio del palazzo della Provincia di Perugia, organizzata dalla Regione Umbria e da Anci Umbria. Nel report – realizzato dal Centro Studi e Ricerche Idos in collaborazione con il Centro Studi Confronti e l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, sostenuto dall’otto per mille della Chiesa Valdese e da numerose altre strutture, nazionali e regionali, pubbliche e private – si evince anche che le comunità più numerose si confermano quelle provenienti dalla Romania (25,4%), Albania (12,1%), Marocco (10,1%), Ucraina (5,7%) e Macedonia del Nord (3,5%), seguono Cina e Nigeria (3%), Ecuador (2,6%), Moldavia (2,2%) e Filippine (2,1%). L’incidenza più alta di presenze si ha nella provincia di Perugia con un’incidenza del 10,5% (67.394) mentre in quella di Terni è pari al 10,1% (22.341), con una variazione del +1,2%. Il 54,4% degli immigrati, inoltre, sono donne. L’Umbria è la regione con la maggiore incidenza di femminilizzazione dei flussi (regioni del centro media dal 51,3%, dato nazionale 50,5% ). In merito alla natalità, su 4.758 nascite è emerso che solo il 14,2% sono bambini nati da genitori stranieri (675). Un dato che sottolinea che il calo delle nascite riguarda indistintamente tutti i nati di cittadinanza italiana e straniera.

La presentazione del Dossier si è aperta con i saluti introduttivi di Fabio Barcaioli, assessore all’istruzione e alla formazione, al welfare, alle politiche abitative, alle politiche giovanili, alla partecipazione, alla pace e alla cooperazione internazionale della Regione Umbria; Viviana Altamura, delegata Anci Umbria; e Valerio De Cesaris, rettore dell’Università per Stranieri di Perugia. Ha coordinato i lavori Valentina Battiston, dirigente del servizio programmazione della rete dei servizi sociali, integrazione socio-sanitaria, economia sociale e terzo settore della Regione Umbria.

L’assessore regionale Barcaioli ha affermato: “È interessante il focus sulla composizione femminile, vittima di sotto occupazione e sfruttamento lavorativo. Le donne migranti, infatti, sono frequentemente costrette a ricoprire ruoli precari e mal remunerati. Un altro dato significativo riguarda la natalità, le donne straniere e italiane tendono nel lungo periodo ad avere lo stesso numero di figli, il che mette in evidenza come non siano solo gli aspetti culturali a incidere, ma anche quelli lavorativi, l’accesso ai servizi e, più semplicemente, il costo della vita. Questo ci fa riflettere sulla necessità di politiche sociali che rispondano alle reali necessità di chi arriva, per garantire pari opportunità. Inoltre, il dossier sottolinea anche l’importanza dei dati scolastici, che ci mostrano un quadro di immigrazione stabile, fatta di donne, lavoratori e famiglie che smentisce la retorica securitaria più diffusa. Le persone migranti, che investono nel futuro dei loro figli, contribuiscono in modo positivo alla società e all’integrazione scolastica e culturale”. Nel Dossier, infatti, emerge che nell’anno scolastico 2022/2023, sono stati 16.724 gli alunni con cittadinanza non italiana, pari al 14,6% del totale degli iscritti nelle scuole umbre (114.775), di questi il 69,9% è nato in Italia (media nazionale 65,4%). Andando ancora più in dettaglio, nella scuola di infanzia è nato in Italia l’81,8% degli iscritti stranieri; nella primaria il 73,5%, nella secondaria di primo grado il 71,3% e nel secondo grado il 58,4%. Continua, infine, a salire l’incidenza dei giovani con background migratorio che preferiscono il liceo (8,3%) agli istituti professionali e tecnici: è sempre più sfumata infatti la preferenza attribuita dagli studenti con background migratorio agli Istituti di tipo tecnico o professionale.

Subito dopo Viviana Altamura ha affermato: “Anci Umbria è stato sempre un attore chiave nel sistema di accoglienza ed integrazione nel territorio regionale grazie all’azione di coordinamento e governance territoriale,
attivata per fare in modo che il tema immigrazione venisse trattato nel migliore dei modi, e ai numerosi progetti che realizza e segue. È necessario attivare una rete forte e coesa per fare in modo che coloro che arrivino non si trovino a disagio. Da qui l’importanza e la necessità di investire in politiche pubbliche rivolte all’accoglienza e all’integrazione per permettere di rispondere al fenomeno migratorio in modo strutturato e non emergenziale. Il sistema nazionale di accoglienza e integrazione (Sai, ndr) rappresenta per i Comuni un importante strumento di welfare locale. Anci Umbria attraverso un’azione istituzionale e numerose progettualità realizzate ha contribuito a rafforzare la governance territoriale in un’ottica sistemica”. Ad oggi in Umbria sono attivi 16 progetti Sai con 13 Enti locali coinvolti (Castel Ritaldi, Foligno, Gubbio, Massa Martana, Perugia, Spoleto, Narni, Terni, Magione, Gualdo Tadino, Corciano, Panicale e Orvieto).

Ha concluso la carrellata di interventi iniziali Valerio De Cesaris sottolineando che l’immigrazione è un tema strutturale, che ha un trend positivo da oltre mezzo secolo, e che c’è la necessità di dare scientificità al dibattito soprattutto in una regione come l’Umbria, dove è presente un’Università per Stranieri. “Gli immigrati italiani – ha detto – producono il 9-10% del nostro prodotto interno lordo e solo questo dato fa capire come sia ormai un fenomeno strutturale”. Ha poi proseguito sottolineando l’intervento di Altamura, che ha illustrato i percorsi sostenuti da Anci, sostenendo che “sono importanti – ha affermato – perché solo attraverso i percorsi d’integrazione possiamo cambiare le cose, soprattutto per quanto riguarda l’immigrazione femminile. Soltanto con la loro creazione e il loro sviluppo, che la gente vede e conosce, è possibile trasformare la realtà e la percezione che le persone hanno di questo fenomeno. Questi percorsi, infatti, presuppongono la creazione di reti di solidarietà diffuse sul territorio e sono esperienze che cambiano il modo di pensare della gente”.

Dopo gli interventi di apertura sono stati illustrati i contenuti del Dossier da Luca Di Sciullo e Roberta Maria Aricò, rispettivamente, presidente e ricercatrice Centro Studi e Ricerche Idos. “Da oltre cinquant’anni l’Italia è un paese di migrazione e, al di là della retorica che ci vuole sotto assedio, i dati raccontano altro. Nel nostro Paese risiedono circa cinque milioni di cittadini stranieri, un numero stabile da otto anni. Il vero nodo non è l’entità del fenomeno, ma il modo in cui viene gestito, spesso con un approccio rigido e restrittivo. In Umbria, come nel resto d’Italia, si osservano dinamiche significative, in particolare nel settore domestico, dove l’inserimento dei lavoratori stranieri è diffuso. Tuttavia, in molti casi prevale il mercato nero, con condizioni di lavoro precarie e tutele insufficienti”, ha affermato Di Sciullo prima di passare la parola a Eleonora Bigi, responsabile sezione immigrazione, protezione internazionale, promozione della cultura della pace, giovani della Regione Umbria, che ha parlato dell’Umbria nel Dossier. In conclusione si sono tenuti gli interventi di commento a cura degli Enti di supporto del rapporto annuale con Andrea Corpetti, Cgil Regionale, Antonella Violi, presidente del Consiglio di Chiesa Valdese di Perugia, Emanuele Galossi, Fondazione Placido Rizzotto.

ALTRI DATI UMBRI DEL DOSSIER – Nel 2014 in Umbria risiedevano 99.922 stranieri (pari all’11,1% della popolazione totale). In 10 anni si osserva una diminuzione rilevante in valori assoluti (- 11.343). Una dinamica che per l’Umbria, tuttavia, va letta in raccordo con altri importanti trend consolidati, tra cui il dato relativo alla acquisizione delle nuove cittadinanze: nell’intervallo 2010-2023 sono 36.368 i nuovi cittadini italiani (44,3% il tasso di acquisizione), dei quali 3.569 solo nel 2023. C’è da tener conto anche dell’invecchiamento complessivo della popolazione e il suo calo oltre all’assottigliamento della quota in età lavorativa. In particolare, il calo della popolazione nativa mantiene l’Umbria al 5° posto per incidenza sul totale della popolazione autoctona (10,5%) dopo Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Lazio. Ultimo fattore da valutare è la propensione alla stabilizzazione e radicamento territoriale degli immigrati “umbri”, confermato dai ricongiungimenti familiari.

Per quanto riguarda i soli cittadini di Paesi Terzi sono 54.744 (61%) i residenti. Di questi il 64,5% è titolare di un permesso di lungo periodo (dato significativo delle dinamiche di stabilizzazione che da sempre caratterizzano l’Umbria) e il 35,5% di un permesso a termine. Per quanto riguarda i nuovi permessi rilasciati nel 2023 prevalgono i motivi di lavoro (39,5%) e quelli per famiglia (37,7%).
Per quanto riguarda i migranti nel sistema di accoglienza (Cas Prefetture e Sai ex Sprar) si registra un aumento notevole pari a +26,6% (in totale 2.684 persone accolte).

I cittadini stranieri sono decisamente più giovani degli italiani: il 18% si colloca nella fascia di età 0-17 anni (nativi 13,8), segue la fascia tra 18-29 anni in cui si colloca il 15,9% dei giovani adulti (nativi 10,9%), il 28,7% è rappresentato da persone tra 30-44 anni (nativi 29,1%), mentre sono l’8,5% gli ultra 64enni (nativi 29,1%) con un trend in aumento.

Nel lavoro aumentano gli occupati stranieri che rappresentano l’11,4% degli occupati totali in regione e il 28,5% dei disoccupati. Le donne rappresentano il 46,1% degli occupati stranieri (44,3% it) ma sono particolarmente svantaggiate nel segmento dei disoccupati stranieri dove si arriva al 67,8%. Infine, permane per i lavoratori stranieri una storica tendenza all’inserimento subalterno (88,7%) nel mercato del lavoro (maggiore precarietà, probabilità più alta di minore retribuzione o di una occupazione a bassa qualifica: sottoccupazione al 6,2% (2,1% per gli italiani) e la sovraistruzione al 45,9% (31,0% per gli italiani). I principali comparti dove sono maggiormente occupati sono quelli dei servizi con il 62,2% di presenze (di cui 9,2% nel commercio), l’industria con il 34,4% (di cui il 14,7% nelle costruzioni), nel lavoro domestico per il 21,1% e in agricoltura per il 3,4%.

Sale il numero delle imprese con titolare nato all’estero (sono 9.997, + 2,1%) e rappresentano il 10,8% del totale delle imprese: il 71,6% sono condotte da Cittadini extra UE e il 27,1% sono imprese femminili (percentuale più elevata della media nazionale al 24,6% e di quella delle regioni del centro). I principali comparti – che raggruppano circa i due terzi delle attività imprenditoriali condotte con imprese straniere (64,7%) – sono nel commercio (29,5%), nelle costruzioni (27,4%) e nella ristorazione (7.8%). Le principali nazionalità dei titolari di impresa per Paese di nascita sono la Romania con il 15%, il Marocco con il 14,8%, l’Albania con il 14,4%, la Nigeria con il 6,6% e la Cina con il 5,8%.