Umbria Rapporto immigrazione 2021

In calo, anche in Umbria, gli immigrati. Due i principali fattori del decremento: gli effetti delle misure anticovid e le acquisizioni della cittadinanza italiana

Diminuiscono i permessi di soggiorno

Oggi, presentato il Dossier Immigrazione, con i dati sull’andamento e le caratteristiche della popolazione straniera

 

Il coordinatore della Consulta Immigrazione, Bazzucchi: “Dati su cui riflettere e su cui calibrare nuove strategie politiche”

 

Cambia il quadro migratorio in Umbria, come nel resto d’Italia, anche a seguito degli sconvolgimenti determinati dalla pandemia. E’ quanto emerso dal Dossier Statistico Immigrazione, giunto alla 31a edizione e presentato questa mattina, nella sala del Consiglio della Provincia di Perugia.

Si tratta del rapporto socio-statistico sulle migrazioni in Italia, con un focus sull’Umbria, curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS, da sette anni in collaborazione con il Centro Studi Confronti e, da questo anno, anche con l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”.

Il Dossier evidenzia come a fine 2020 risiedevano in Umbria 91.875 stranieri rispetto ai 92.339 di inizio anno. In 12 mesi il loro numero è diminuito dello 0,6%, al pari di quello della popolazione complessiva (scesa a sua volta da 870.165 a 865.013 unità). Per effetto di questa dinamica, il peso degli stranieri sul totale dei residenti si è mantenuto stabile al 10,6%, restando superiore di circa 2 punti percentuali alla media nazionale (8,5%).

Sul fonte economico, la popolazione straniera mostra un calo un po’ più consistente del numero di occupati (quasi 1.800 posti di lavoro; -3,9%), prevalentemente a carico della componente femminile (tra le donne il calo è del 7,7%).

La scuola: Nell’anno scolastico 2019/2020 gli studenti stranieri sono 16.577, senza variazioni degne di nota rispetto all’anno precedente ed incidono per il 13,9% sull’intera popolazione scolastica.

I RELATORI

Per il coordinatore della Consulta Immigrazione, Gabriele Bazzucchi il Dossier rappresenta un “prezioso contributo scientifico, sociale e culturale su cui tutte le Istituzioni sono chiamate a riflettere. Quello dell’immigrazione – ha aggiunto – è indubbiamente un tema complesso e articolato, che, tuttavia, va governato. Come Anci Umbria stiamo osservando il fenomeno. Questi dati che ci consegnano una contrazione dei flussi di immigrazione sia a livello locale, sia nazionale, associato con la fase pandemica in corso, devono incentivare possibili strategie di risoluzione, anche a livello di servizi e interventi mirati per coniugare l’integrazione, la riqualificazione sociale e la ripresa”.

Alessandro Maria Vestrelli, dirigente Servizio Programmazione  della rete dei servizi sociali della Regione Umbria ha evidenziato come “il dossier sia un utile strumento a conoscere la nostra realtà in evoluzione”. Eleonora Bigi, responsabile Sezione Immigrazione della Regione Umbria, nel presentare i principali dati umbri, ha sottolineato come “siano in linea con il quadro nazionale, con un calo di residenti stranieri in Umbria, superiore, seppure di poco, a quello nazionale”.

Anche per Giovanni Carnesi, referente nazionale settore Immigrazione Patronato Enasc, “il dossier mostra una fotografia precisa del nostro territorio utile ai 47 patronati italiani per mettere in campo azioni mirate”. Serena Pippi, Diaconia Valdese Perugia “il calo dell’immigrazione è un impoverimento per il tessuto sociale del territorio”.

Due gli aspetti evidenziati da Guy Yves Arnaud Amian, project manager e socio Assidu – associazione degli ivoriani dell’Umbria e Ponte d’Incontro 3.0:  “La grinta degli immigrati, perché quando lasciamo i nostri paesi di origine, perdiamo tante cose e quando arriviamo qui siamo già pronti ad affrontare una nuova vita; le associazioni sono fondamentali con il contributo che possono dare allo sviluppo socio-economico dell’Umbria”.

I DATI

Residenti stranieri

Il calo dei residenti stranieri registrato nel 2020 è risultato leggermente accentuato rispetto a quello dell’anno precedente (-0,5%). Oltre al decremento del saldo naturale (901 nuovi nati a fronte di 175 decessi, per un saldo positivo di 726 unità rispetto alle 823 del 2019), ad incidere su tale andamento è stata la diminuzione del saldo migratorio con l’estero (+2.754 rispetto a +3.488 dell’anno precedente), su cui hanno pesato soprattutto gli effetti delle misure antiCovid di chiusure delle frontiere (le iscrizioni e le cancellazioni anagrafiche da e per l’estero sono diminuite rispettivamente del 30,9% e del 44,4%), e le acquisizioni della cittadinanza italiana (2.614), risultate tuttavia in lieve calo rispetto all’anno precedente (2.921). Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, in provincia di Perugia risiedono 69.459 residenti stranieri (il 75,6% del totale regionale), in calo dello 0,5% rispetto al 2019, mentre in quella di Terni 22.416 (-0,9%). In provincia di Perugia l’incidenza degli stranieri sul totale dei residenti resta leggermente superiore alla media regionale, risultando pari al 10,8%. Romania, Albania e Marocco continuano a rappresentare le tre nazionalità più numerose in regione, rispettivamente con 24.847, 11.489 e 9.178 residenti, seguite da Ucraina (4.654) e Nord Macedonia (3.375). A livello continentale, il 61,0% dei residenti stranieri proviene dal continente europeo (tra cui il 34,2% da un paese Ue), circa un quinto dall’Africa (20,4%) e poco più di un decimo dall’Asia (10,3%). Sul versante dei permessi di soggiorno, a fine 2020 i cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti in regione ammontavano a 55.323 unità, circa 5.000 in meno rispetto all’anno precedente. Il calo ha interessato sia i titolari di un permesso di lungo periodo (-1.034, i quali rappresentano il 65,4% del totale), sia, in misura più ampia, i titolari di un permesso a termine (-4.059), tuttavia, se per i primi il calo è attribuibile in molti casi alle acquisizioni di cittadinanza italiana, di cui il permesso di lungo periodo costituisce sovente l’anticamera, per i secondi è plausibile che il calo sia dovuto almeno in parte all’impossibilità di rinnovo del permesso di soggiorno (con una conseguente caduta nell’irregolarità), a causa delle aumentate difficoltà imposte dalla pandemia sul piano lavorativo e reddituale, nonché in termini di isolamento sociale.

Tra titolari di un permesso a termine risultano in diminuzione tutte le principali categorie di permesso: i soggiornanti per motivi di lavoro (-1.407, i quali rappresentano un quinto del totale: 20,9%), per motivi di famiglia (-1.353; 60,9%), così come quelli per studio (-213; 5,0%) e per protezione internazionale ed ex umanitaria (-871; 10,4%). A incidere sul calo dei soggiornanti a termine è stata anche la contrazione dei nuovi ingressi nell’anno, dovuta, anche in questo caso, alle misure di limitazione agli spostamenti internazionali per far fronte alla diffusione dei contagi. I permessi rilasciati per la prima volta nel 2020, infatti, sono diminuiti complessivamente a 1.463 unità, risultando quasi dimezzati rispetto all’anno precedente (42,3%). La contrazione ha interessato soprattutto i permessi per motivi familiari (scesi a 745, -37,2%) e per lavoro (60, -65,3%) e in misura meno accentuata, ma altrettanto consistente se paragonata al trend degli anni precedenti, quelli per protezione internazionale ed ex umanitaria (191, -47,8%) e per studio (341, -49,1%). Diminuiscono anche i migranti ospitati nei centri di accoglienza regionali. A fine 2020 si contavano 1.289 presenze, l’1,6% del totale nazionale, in calo del 13,4% rispetto ad un anno prima. Di questi, la quota minoritaria, il 26,0%, è ospitata nella rete Sai – Sistema di accoglienza e integrazione (ex rete Siproimi), mentre la maggior parte, il 74,0%, si trova in un centro di accoglienza straordinaria. Nei primi sei mesi del 2020, il loro numero è diminuito ulteriormente, attestandosi a 1.239 unità.

Economia, lavoro, occupazione

La situazione pandemica ha colpito pesantemente l’economia umbra, incidendo su un sistema economico regionale già indebolito dalla precedente fase di crisi; i dati indicano un calo del PIL del 9,0% e una diminuzione dell’1,8% degli occupati, con importanti differenze tra i lavoratori a tempo indeterminato (tra cui si registra un incremento dell’1,7%) e i lavoratori con contratti a termine che non hanno potuto godere della protezione data dai vincoli sui licenziamenti (tra di loro il calo dell’occupazione è stato del 17,6%)1. I dati Rcfl-Istat mostrano una flessione dell’occupazione che è scesa da 363mila a 356mila unità, con una perdita di quasi 6.500 posti di lavoro, che ha colpito prevalentemente il settore dei servizi (-8.464; -3,3%), in particolare quelli commerciali, alberghieri e della ristorazione (-6,4%), per effetto delle restrizioni alla mobilità indotte dal lockdown e il conseguente calo dei consumi e del turismo, e l’agricoltura (-2.446; -15,5%) che ha registrato un calo in alcuni settori produttivi e nelle attività secondarie come quelle agrituristiche. Viceversa, l’industria, e in particolare il settore edile, hanno tenuto maggiormente, registrando un recupero più rapido delle perdite di fatturato della prima parte dell’anno, nello specifico a fine 2020 l’industria in senso stretto ha assorbito 2.965 posti di lavoro in più (+4,3%) e l’edilizia 1.498 (+7,1%). All’interno di questo contesto, la popolazione straniera mostra un calo un po’ più consistente del numero di occupati (quasi 1.800 posti di lavoro; -3,9%), prevalentemente a carico della componente femminile (tra le donne il calo è del 7,7%). Analizzando l’occupazione per settore si nota una perdita di lavoro nel settore agricolo (dove l’occupazione straniera cala del 13,3%, ma comunque meno di quella italiana -16,2%) e nei servizi (-8,4%), di cui buona parte sono posizioni perse nel lavoro domestico (-5,2%). Di contro il buon andamento del comparto edile e dell’industria in senso stretto hanno prospettato opportunità occupazionali anche per la popolazione straniera, determinando un incremento del 16,8% degli occupati nelle costruzioni e un incremento del 6,5% nell’industria in senso stretto. Il numero di disoccupati stranieri è calato dell’8,4% e di conseguenza anche il tasso di disoccupazione è passato dal 18,2% del 2019 al 17,5% del 2020, dato che si spiega anche in ragione del numero più alto di inattivi (ossia di persone che non si dichiarano interessate a lavorare o a cercare un impiego) rispetto all’anno precedente. Rimane comunque elevato il divario con la popolazione italiana dove il tasso di disoccupazione (6,7%) è quasi un terzo di quella straniera. L’inserimento in professioni meno qualificate e generalmente meno appetibili per gli italiani, non subisce modifiche sostanziali: il 64,6% degli stranieri svolge un lavoro manuale, di cui il 35,3% non qualificato (rispetto al 7,5% degli italiani), mentre solo il 5,6% riesce a collocarsi in professioni tecniche, intellettuali o dirigenziali (rispetto al 39,2% degli italiani). Questa segmentazione del mercato del lavoro, nota e sostanzialmente immutata negli anni, si ripercuote nelle differenze di retribuzione: in media 1.350 euro mensili tra i lavoratori italiani e 970 tra gli stranieri. Comporta, non da ultimo, un depauperamento di competenze tecnicoprofessionali che non va solo a scapito degli immigrati, ma dell’intera società, il fatto che ben il 50,5% dei lavoratori stranieri è sovraistruito, cioè svolge una mansione non congrua rispetto al titolo di studio. Le imprese immigrate sono 9.059 secondo i dati Infocamere/G.Tagliacarne, in crescita del 2,5% rispetto all’anno precedente, mostrando un maggior dinamismo rispetto alle imprese italiane (-0,5% nello stesso periodo). I dati relativi alle sole imprese individuali indicano un inserimento prevalente nei servizi (55,5%), in particolare nel comparto del commercio (35,2%), e nell’industria (35,1%), soprattutto nell’edilizia (27,9).

Scuola

Nell’anno scolastico 2019/2020 gli studenti stranieri sono 16.577, senza variazioni degne di nota rispetto all’anno precedente ed incidono per il 13,9% sull’intera popolazione scolastica. Nella maggior parte dei casi (70,4%) sono giovani nati in Italia, soprattutto negli ordini di scuola inferiore, dove la quota delle seconde generazioni è ancora più alta (86,2% nella scuola dell’infanzia; 80,9% nella scuola primaria) rispetto a quando accade nella secondaria di I e di II grado (rispettivamente 70,0% e 48,9%). La scelta del percorso di studi condiziona ancora il destino di questi ragazzi se si considera che il 32,0% degli iscritti alle secondarie di secondo grado opta per una scuola professionale (16,7% tra gli italiani), il 32,1% per un tecnico (27,4% tra gli italiani) e il 35,9% per un liceo (55,9% tra gli italiani).




Anche l’Umbria, con 8 comuni, partecipa al progetto nazionale “P.I.C.C.O.L.I.” per il finanziamento di piani di intervento partecipati

Stanziati, a livello nazionale, 42 milioni di euro

Acquasparta, Baschi, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Lisciano Niccone, Montecchio, Montone, Tuoro sul Trasimeno: sono questi gli 8 comuni umbri che fanno parte del progetto “P.I.C.C.O.L.I. – Piani di intervento per le competenze e l’innovazione locale”, iniziativa realizzata nell’ambito del Pon Governance e capacità istituzionale 2014-2020.

Il dipartimento della funzione pubblica ha assegnato ad Anci la competenza nazionale per la progettazione partecipata.

Cinque gli ambiti di intervento ammissibili e 42 milioni di euro i finanziamenti complessivamente stanziati: smart working, contabilità, gestione del personale e dei tributi, appalti, semplificazione e gestione associata dei servizi locali.

“Come Anci Umbria – commenta il coordinatore dei Piccoli Comuni Anci Umbria, Federico Gori – abbiamo più volte sollecitato, sul piano nazionale, la necessità che i piccoli comuni ricevano l’attenzione che meritano, non solo perché rappresentano la fetta più consistente del nostro paese, ma anche perché sono espressione di eccellenze, di produzioni di qualità, di tradizioni e di grande appeal turistico. In questi anni, abbiamo subìto la contrazione della spesa per investimenti sul capitale umano, ricevuto pochi finanziamenti, stiamo assistendo a un pericoloso spopolamento dei nostri territori e a un impoverimento di servizi essenziali. Ciò che, invece, non è arretrato è il turismo: questi sono territori che hanno una grande attrattività e su questo occorre proseguire con progetti mirati che diano a queste aree la possibilità di esprimere al massimo le loro potenzialità.

È una battaglia storica che stiamo portando avanti e che, con questo progetto, si gettano le basi per un primo, importante cambiamento nel modo di considerare i piccoli, per dimensioni, ma non certo per importanza, comuni”.




Sisma – A Camerino il 26 ottobre evento nazionale a cinque anni dal terremoto. Anci presenta il video-reportage sui comuni colpiti

Un bilancio a cinque anni dal sisma che ha colpito i comuni del Centro Italia, le esperienze dei sindaci, l’impegno delle comunità locali e delle aziende nella fase della ricostruzione, ma anche le prospettive future per la ripresa. Questi i temi al centro dell’appuntamento nazionale “Il sisma 2016 del Centro Italia, cinque anni dopo” in programma il 26 ottobre a Camerino alle ore 9:00 presso l’Aula Magna dell’Università.

L’evento, organizzato dalle Anci regionali di Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria, in collaborazione con Anci nazionale, sarà un importante momento di confronto con gli attori istituzionali e i soggetti del territorio sulla ripresa e la ripartenza dei comuni interessati dal terremoto. Si tracceranno anche le linee di intervento e un bilancio di questi cinque anni con il dialogo tra il presidente di Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, il commissario per la ricostruzione del Sisma Centro Italia 2016, Giovanni Legnini e il capo Dipartimento per la Protezione civile Fabrizio Curcio.

Ad introdurre i lavori, saranno, tra gli altri: la sindaca di Ancona, presidente di Anci Marche e coordinatrice della Anci regionali coinvolte nel sisma Centro-Italia 2016, Valeria Mancinelli, il sindaco di Camerino, Sandro Sborgia e il rettore dell’Università di Camerino Claudio Pettinari. Nel corso dell’evento sarà proiettato il video reportage realizzato dall’Anci sulle quattro regioni colpite dal sisma con le voci e le testimonianze degli attori locali e verrà presentata anche una pubblicazione, realizzata sempre da Anci, con il bilancio di cinque anni di interventi a livello operativo e legislativo, sia nazionale che regionale. 

L’appuntamento proseguirà con due sessioni tematiche dedicate alla filiera per la ripresa dei territori e alle esperienze dei sindaci con il confronto tra i presidenti delle regioni interessate e i primi cittadini, tra cui: Francesco Acquaroli (Regione Marche), Nicola Zingaretti (Regione Lazio), Marco Marsilio (Regione Abruzzo), Donatella Tesei (Regione Umbria), Gianguido D’Alberto (sindaco di Teramo e presidente Anci Abruzzo), Riccardo Varone (sindaco di Monterotondo e presidente Anci Lazio), Michele Toniaccini (sindaco di Deruta e presidente Anci Umbria), Nicola Alemanno (sindaco di Norcia), Gian Luigi Spiganti Maurizi (sindaco di Visso), Manuele Tiberii (sindaco di Colledara), Cristina Di Pietro (sindaca di Civitella del Tronto) e Giorgio Cortellesi (sindaco di Amatrice).

 

NOTA PER LE REDAZIONI

I giornalisti interessati a partecipare potranno accreditarsi entro lunedì 25 ottobre alle ore 16:00 inviando una mail all’indirizzo di posta: stampa@anci.it con l’indicazione di nome, cognome e testata di appartenenza.

 

MATERIALI

  1. Il dossier e il video integrale saranno disponibili, a richiesta, dalla mattinata di lunedì 25 ottobre con embargo a inizio convegno.
  2. Tutti i materiali (dossier, video, foto) saranno disponibili nella mattina del 26 ottobre sul sito dell’Anci (www.anci.it).

 

Consulta il programma

 

Roma, 19 ottobre 2021




Anci Umbria ha partecipato, questa mattina alla sala dei Notari, agli eventi per I 125 anni dalla istituzione della Camera del Lavoro di Perugia Il presidente: “Il sindacato, un patrimonio della comunità. Grave condanna per i fatti di sabato”.

Ha partecipato anche il presidente di Anci Umbria all’iniziativa per i 125 anni dalla istituzione della Camera del Lavoro di Perugia, alla Sala dei Notari di Palazzo dei Priori.

Per il presidente “il sindacato rappresenta un patrimonio della comunità, è un pezzo importante non solo del nostro mondo economico e produttivo, ma anche della nostra storia e cultura”. Durante la mattinata, più volte, si è fatto riferimento a quanto accaduto sabato scorso durante la manifestazione ‘No green pass’, e in proposito, il presidente esprime “solidarietà alla Cgi e dura condanna per quei gravi fatti che hanno visto un attacco alla casa dei lavoratori, alle forze dell’ordine e, più in generale, alla nostra democrazia. Senza dimenticare il personale medico-sanitario che in questi quasi due anni di pandemia è andato ben oltre il proprio dovere.

Ogni manifestazione è lecita se non sfocia in aggressività e atti di violenza. Il senso civico e quello democratico non devono mai venire meno”. Il presidente ricorda che “proprio ieri è stata celebrata la Marcia della Pace con il claim I care: prendiamoci cura di tutti noi. Il presidente Mattarella, nella lettera inviata ai promotori della Marcia, ha definito la Perugia-Assisi un segno di speranza.  E ha parlato di risorsa preziosa. Vorrei associarmi a queste parole, ai valori che la Marcia porta con sé e che Aldo Capitini intendeva affermare e tramandare 60 anni fa, quando la ideò. Dobbiamo tutti aspirare alla pace e non alla violenza. Quella pace che, come ha dichiarato il presidente, è un dovere.

Vorrei concludere con un auspicio: l’Italia si appresta a mettere in atto la più grande rivoluzione della sua storia più recente, attraverso un documento strategico, il PNRR, che contiene progetti, investimenti e una nuova visione delle nostre comunità. 

Fra le azioni, c’è una rinnovata sicurezza ambientale, cui, mi auguro si possa affiancare anche una vera sicurezza nel mondo del lavoro, perché si spezzi l’infausta catena delle morti sul lavoro. Anche una sola vittima è una sconfitta di tutto il nostro sistema.

Dobbiamo essere sempre più uniti contro ogni forma di violenza perché il futuro dipende da ognuno di noi.

La democrazia è lo strumento migliore per il benessere e il progresso civile della società; il confronto sereno, l’opportunità di crescita”.




Poste Italiane, sistema del credito e Medici di medicina Generale: si è aperto su questi temi il confronto con i Parlamentari umbri per trovare soluzioni idonee, a beneficio dei cittadini e dei territori

La battaglia di Anci Umbria contro la riduzione di alcuni servizi essenziali ai cittadini e alle imprese non si ferma e incassa anche l’impegno di alcuni Parlamentari umbri che hanno manifestato disponibilità a verificare alcune questioni di grande rilievo per le nostre comunità: è quanto emerso oggi pomeriggio, nella Sala del Consiglio della Provincia di Perugia, durante l’incontro promosso dall’Ufficio di Presidenza di Anci Umbria con alcuni Senatori e Onorevoli umbri di quasi tutti gli schieramenti politici, che hanno accolto l’invito per affrontare temi aperti, quali il mantenimento di presìdi fondamentali per i territori, dagli Uffici Postali a quelli del sistema del credito, con un accenno anche alla difficile situazione dei Medici di medicina generale. Per il sistema del credito è stato annunciato l’incontro, a Perugia, del 22 settembre prossimo con Banca d’Italia, mentre per la questione dei Medici di Medicina Generale – su cui anche il presidente di Federsanità Anci Umbria, oggi presente, sta proseguendo il lavoro avviato, facendo una mappatura dei comuni in cui questa figura è assente o lo sarà prossimamente – sarà convocato un nuovo Tavolo di confronto. Anche in questo caso, l’Ufficio di Presidenza ha evidenziato quanto la problematica sia grave e destabilizzante per i territori.

Due le ipotesi di lavoro emerse nel pomeriggio: da un lato, i Parlamentari presenti si sono impegnati a portare questi temi all’attenzione del Parlamento; dall’altro, rafforzare il coinvolgimento di Anci nazionale in modo che possa interloquire direttamente con il Governo Draghi.

Il presidente e alcuni membri dell’Ufficio di Presidenza hanno evidenziato come la chiusura di sportelli e la riduzione di orari abbiano non solo un risvolto negativo sul tessuto economico imprenditoriale dei territori, ma anche sociale e rappresentino un fatto di civiltà.

E’ stata ripercorsa nel dettaglio la vicenda Poste Italiane con i diversi e molteplici incontri con i vertici nazionali di Poste, con la manifestazione pubblica dei Sindaci, il supporto dato dal Consiglio regionale, il dialogo aperto con i sindacati locali e ora con i parlamentari umbri perché possano intercettare delle soluzioni a beneficio dei cittadini e delle comunità.

Si tratta, infatti, di servizi strategici, necessari a tutelare i cittadini, le imprese, i lavoratori e a scongiurare la desertificazione dei territori.

Da parte dei Parlamentari presenti c’è stata ampia collaborazione e partecipazione. C’è chi ha ricordato che la problematica viene da lontano, già nel 2015 si parlava di rimodulazione degli uffici postali, rendendosi, in ogni caso, disponibile ad appurare la possibilità di attuare un intervento legislativo specifico sulle aree interne. Altri parlamentari si sono detti pronti a farsi promotori di approfondimenti e interventi. C’è chi ha parlato del progetto Polis riferito alle Poste, inserito nel “Faldone” del Governo Draghi, da cui si potrebbe partire per trarre un miglioramento dei servizi. E chi ha chiesto che anche Anci nazionale possa interloquire con il Governo, rafforzando la posizione locale.

L’incontro si è concluso con un nuovo momento di confronto, da fissare subito dopo le elezioni Amministrative. Nel frattempo, Anci Umbria scriverà al presidente di Anci nazionale, Decaro.

 

Perugia 20 settembre 2021




Anci Umbria stringe sul Patto dei Sindaci e, in un webinar, impegna i Comuni umbri a portare avanti azioni sempre più virtuose per il clima: l’esperienza di due Comuni umbri

Cambiamenti climatici e degrado ambientale sono stati i temi affrontati nel corso del webinar di presentazione del nuovo Patto dei Sindaci per l’energia e l’ambiente. L’evento, organizzato da Anci Umbria, in collaborazione con la Regione Umbria – Ufficio di Bruxelles, e al quale hanno partecipato oltre 30 Comuni, fa parte delle iniziative, in ambito europeo, che Anci Umbria sta promuovendo a livello locale.

L’Unione Europea, attraverso il Green Deal europeo, metterà in atto una strategia volta alla trasformazione della società e dell’economia verso modelli sostenibili e Anci Umbria ne condivide finalità e modalità.

Il Patto dei Sindaci per il clima e l’energia affonda le sue radici nel lontano 2008 con l’ambizione di riunire i governi locali impegnati su base volontaria e rappresenta un sostegno alla capacità di azione degli enti locali e regionali per l’attuazione di piani di ripresa, in grado di dare una risposta urgente, oltre a contribuire a raggiungere l’obiettivo di un’Europa climaticamente neutrale entro il 2050.

Il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC), così come è stato sottolineato negli interventi, è un importante strumento a supporto della pianificazione territoriale sostenibile e può svolgere un ruolo chiave nell’urgente sfida alla transizione e alla lotta al cambiamento climatico.

In questo senso si sta orientando l’azione strategica di due Comuni umbri: Assisi e Città di Castello che, proprio durante il webinar, hanno presentato gli interventi nei quali sono impegnati per l’attuazione dei loro piani di ripresa, volti alla costruzione di comunità sostenibili.

Ci attendono sfide importanti fin da ora e Anci Umbria intende costruire una solida rete di collaborazioni a supporto dei Comuni umbri, affinchè diventino i veri protagonisti del cambiamento e siano in grado di cogliere le opportunità e gli strumenti a disposizione degli Enti Locali.

Ne è esempio il Comune di Assisi che, grazie alla rete costruita con il supporto di Anci Umbria, è riuscito a inviare la sua candidatura, aggiudicandosi il finanziamento all’interno del bando previsto dall’EUCF (EUropean City Facility). Si tratta di un’iniziativa europea volta a supportare i Comuni, le autorità locali, i loro raggruppamenti, nonché gli enti pubblici locali per lo sviluppo di investimenti relativi all’attuazione delle azioni identificate nei piani d’azione per il clima e l’energia.

 

Promuovere la cooperazione istituzionale, rafforzare la governance multilivello, sensibilizzare e supportare gli enti locali nei processi di pianificazione e investimento e agevolare l’accesso diretto ai fondi dell’UE, rappresenta una sfida urgente, in grado di guidare le scelte e le strategie dei prossimi 30 anni, che vedono parallelamente energia più pulita e innovazione tecnologica come pilastri fondamentali, così come sottolineato in chiusura dalla Regione Umbria.




La banca del sangue è in sofferenza. “Doniamo sangue, doniamo vita”

Anci Umbria, anche su invito di Avis Umbria, ha aderito alla campagna di sensibilizzazione alla donazione del sangue e, attraverso una lettera, ha coinvolto tutti i sindaci aderenti all’associazione perché  facciano, se possono, una donazione e per sollecitare i propri cittadini a fare altrettanto.

A dare seguito all’invito di Anci Umbria, il presidente, che ha provveduto questa mattina a fare questo gesto di grande solidarietà. Alcuni sindaci, nelle settimane scorse, hanno provveduto a sensibilizzare la popolazione attraverso video pubblicati sui canali social di Anci Umbria e su quelli dei loro Comuni.

Siamo in una fase in cui la banca del sangue è in sofferenza, c’è scarsa disponibilità e la donazione, non solo è una tutela per la propria salute, ma è un gesto di grande generosità e di umanità. Si parla spesso di educazione civica, la donazione ne fa pienamente parte, perché è anche da questi gesti che si misura la civiltà di un popolo.

Gli umbri sono stati sempre molto altruisti, continuiamo a esserlo. Donare sangue significa donare vita, ancor più in questo momento di emergenza sanitaria. La generosità non va in vacanza. Doniamo sangue!




PRESIDIO DEI SINDACI PER RIAPERTURA UFFICI POSTALI

Successo per la grande mobilitazione dei sindaci in Piazza Matteotti, a Perugia, per chiedere la riapertura a pieno regime di tutti gli uffici postali e il prolungamento degli orari, per evitare le lunghe code

 

“Questo presidio – ha detto il presidente di Anci Umbria, Michele Toniaccini – vuole dar voce ai tanti cittadini che ogni giorno hanno rappresentato a noi Sindaci disagi, disservizi, preoccupazioni inerenti gli uffici postali e per sensibilizzare Poste Italiane a un cambio di passo. Vogliamo tutelare, prima di tutto, la salute dei nostri cittadini”: è quanto ha dichiarato questa mattina, il presidente di Anci Umbria, aprendo la grande mobilitazione che si è svolta in Piazza Matteotti, a Perugia, proprio davanti all’Ufficio postale del capoluogo umbro. 

“Un presidio che idealmente abbraccia tutte le regioni, perchè la questione delle file esterne agli uffici postali e delle chiusure – ha sottolineato Toniaccini – è una problematica comune a tutte le città italiane”.

Una lunga coda, questa volta da parte dei Sindaci umbri di tutti gli schieramenti politici, si è formata, dunque, davanti all’ufficio postale di Piazza Matteotti. I sindaci, muniti di fascia tricolore, hanno chiesto “la riapertura a pieno regime di tutti gli uffici postali dell’Umbria e il prolungamento degli orari, quale unica via per evitare le lunghe file”. 

All’evento hanno preso parte anche alcuni rappresentanti delle Istituzioni locali, fra cui il presidente e vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, rispettivamente Marco Squarta e Simona Meloni, diversi consiglieri regionali di maggioranza e minoranza, parlamentari umbri, fra cui il senatore Luca Briziarelli, mentre la senatrice Fiammetta Modena ha inviato ad Anci Umbria una lettera di sostegno all’iniziativa, e persino cittadini che si sono uniti alla protesta “pacifica e civile”.

“Non possiamo più lasciare i nostri cittadini, soprattutto gli anziani – ha proseguito il presidente – fuori dagli uffici postali, al freddo e al caldo, a fare lunghe file. Servono orari più prolungati e la riapertura di tutti gli uffici postali, siamo ormai in zona bianca. Anci Umbria in questo difficile periodo di crisi sanitaria si è fatta carico di affrontare la questione, attivando diversi momenti di confronto con i vertici nazionali di Poste italiane, che non si sono mai sottratti al dialogo e che, per questo li ringraziamo. L’ultimo incontro on line, su loro richiesta, proprio lunedì scorso, ma le risposte date non sono state adeguate alle esigenze dei cittadini. Non abbiamo ricevuto un planning di riaperture e orari. Proprio ieri, l’Italia ha ottenuto il via libera dall’Unione europea per il Pnrr, una giornata storica. Un Piano che punta al futuro, a costruire, ad abbandonare vecchi modelli e schemi per fare spazio all’innovazione, che non è solo tecnologica, ma anche implementazione di nuovi servizi al cittadino. E mentre l’Italia apre alle nuove opportunità, c’è chi riduce servizi essenziali al cittadino, chi non investe sui piccoli comuni che sono il fulcro delle nostre regioni. Ci vuole coraggio e noi Sindaci siamo pronti alle nuove sfide e chiamiamo a raccolta tutti, Poste Italiane comprese: diamo più servizi al cittadino per far crescere insieme le nostre comunità”.

Anche per il coordinatore dei Piccoli Comuni di Anci Umbria, Federico Gori, Poste Italiane rappresenta “un servizio essenziale”: “L’Umbria – ha detto – è composta da aree interne, da piccoli comuni, da frazioni che necessitano di una attenzione particolare che noi Amministratori cerchiamo di attuare quotidianamente, mantenendo e potenziando servizi. L’Ufficio postale è proprio uno di quei servizi indispensabile e che deve restare aperto. In Anci Umbria abbiamo trovato la casa dove discutere di questa problematica e in cui interloquire sia con Poste italiane, sia fra noi. I Comuni chiedono più attenzione alle comunità che rappresentiamo”.




Al via il Servizio civile universale, anche in Umbria: primo giorno di servizio per gli 88 volontari in contemporanea in tutti i Comuni aderenti e in Anci Umbria

Ricevuti questa mattina nella sede di Anci Umbria, dal presidente Toniaccini: “Si aprono nuove opportunità di formazione e crescita professionale”

5 i progetti per 88 posti, coinvolti 31 Comuni umbri per un anno di lavoro

Hanno iniziato oggi, martedì 25 maggio, il loro primo giorno nel Servizio civile universale, attraverso Anci Umbria, dopo che il Dipartimento per le politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale ha dato il via libera: sono gli 88 candidati risultati idonei nelle graduatorie del Bando Ordinario 2020 che presteranno servizio in Anci Umbria e nei 31 Comuni aderenti che sono entrati a far parte, attraverso la collaborazione con Anci Lombardia, della rete di accreditamento di Anci Umbria.

Nel dare il benvenuto ai 7 volontari reclutati in Anci Umbria, ricevuti nella Sala Falcone-Borsellino, della Provincia di Perugia, il presidente Michele Toniaccini ha sottolineato come questo bando sia “una grande opportunità di vita e professionale”. “Da un lato – ha proseguito rivolgendosi ai volontari – vi consente di fare un’esperienza unica nella vostra vita, di cittadinanza attiva, proprio perché vi ponete a disposizione della comunità; dall’altro, di formarvi, con un minimo di retribuzione, aprendo una finestra sul mondo del lavoro. E’ un primo approccio, un modo per mettervi in gioco, testare anche le vostre capacità e inclinazioni professionali, ma soprattutto per acquisire piena consapevolezza di sé e dei vostri obiettivi”. I 7 volontari provengono da diverse esperienze di studio, alcuni dei quali devono ancora completare il percorso universitario; due di loro sono di fuori Umbria, ma sono a Perugia come studenti universitari.

I volontari hanno spiegato che la loro partecipazione al bando è dovuta, essenzialmente, alla “voglia di mettersi a disposizione della comunità”.

Il segretario generale Ranieri

All’incontro di saluto e accoglienza era presente anche il segretario generale di Anci Umbria, Silvio Ranieri: “In questi anni, Anci Umbria – ha detto il segretario Ranieri – ha formato molti ragazzi e ragazze, dando loro strumenti e opportunità di crescita professionale e di arricchimento personale, garantendo le basi per un futuro lavoro. Molti di loro hanno trovato, infatti, una occupazione altrove, altri, proprio nella nostra associazione. Inoltre, abbiamo coinvolto in questo progetto direttamente i Comuni. Abbiamo, infatti, avviato, insieme ad Anci Lombardia, un percorso di accreditamento dei Comuni nella rete Anci”.

I numeri

Sono 5 i progetti in Umbria (nei settori della Cultura, Protezione Civile, Assistenza, Ambiente ed Educazione), per 88 volontari, di cui 6 con minori opportunità, 31 i Comuni coinvolti, per 12 mesi di attività e 439,50 euro di remunerazione mensile: sono questi i numeri complessivi, fra Anci Umbria e i Comuni accreditati con la rete regionale Anci, del bando 2020 per la selezione dei volontari di Servizio Civile Universale, fra i 18 e i 29 anni di età non compiuti, pubblicato lo scorso 21 dicembre, dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale.

Rispetto al dato totale, sono due i progetti proposti da Anci Umbria e 7 i posti disponibili: 5 i volontari per “EDUCARE LA COMUNITA’: LA RESILIENZA COME SFIDA AI CAMBIAMENTI”; e 2 i volontari per “TERRITORI E POPOLAZIONI RESILIENTI: PREVENZIONE E COINVOLGIMENTO ATTIVO DEI CITTADINI”.

I Comuni coinvolti

Anci Umbria ha coinvolto, in questo straordinario progetto, anche i Comuni di Alviano, Bastia Umbra, Bevagna, Campello sul Clitunno, Castel Giorgio, Castel Ritaldi, Città della Pieve, Costacciaro, Fabro, Ficulle, Foligno, Fossato di Vico, Gualdo Tadino, Gubbio, Magione, Monte Santa Maria Tiberina, Montecchio, Montone, Nocera Umbra, Orvieto, Perugia, Piegaro, Pietralunga, Porano, Scheggia e Pascelupo, Sigillo, Spello, Torgiano, Trevi, Valfabbrica e Valtopina.

Storia del servizio civile in Anci Umbria

La partecipazione dei Comuni umbri al servizio civile avviene, infatti, attraverso un protocollo tra ANCI Umbria e ANCI Lombardia. Quest’ultima, in 13 anni, ha coinvolto nei suoi progetti circa 600 Enti Locali che hanno avviato oltre 6000 giovani all’interno dei servizi comunali.

Nel 2017 viene istituito il Servizio Civile Universale: nel nuovo sistema si prevede l’attribuzione di un diverso ruolo ai soggetti che partecipano. In particolare, lo Stato acquisisce un ruolo preminente mediante lo svolgimento delle attività di programmazione, garantendo, attraverso una puntuale analisi del contesto nazionale ed internazionale, la pianificazione degli interventi in materia di servizio civile universale in Italia e all’estero, nonché l’individuazione degli standard qualitativi degli interventi stessi.

Anci Umbria sottoscrive una convenzione con Anci Lombardia e propone ai Comuni umbri di accreditarsi con la rete ANCI.

Alla fine del 2019 sono accreditati ad Anci Umbria 34 Comuni (Perugia, Bastia Umbra, Bevagna, Campello Sul Clitunno, Castel Ritaldi, Città della Pieve, Costacciaro, Foligno, Fossato di Vico, Giano dell’Umbria, Gualdo Tadino, Gubbio, Magione, Monte Santa Maria Tiberina, Montefalco, Montone, Nocera Umbra, Paciano, Perugia, Piegaro, Pietralunga, Scheggia e Pascelupo, Sigillo, Spello, Spoleto, Torgiano, Trevi, Valfabbrica, Valtopina, Terni, Alviano, Castel Giorgio, Fabro, Ficulle, Montecchio, Monteleone d’Orvieto, Orvieto, Parrano e Porano); 30 giovani selezionati, di cui 10 hanno partecipato al servizio civile in ANCI Umbria, 6 al progetto protezione civile, 4 al progetto Educazione. 10 le certificazioni delle competenze erogate.

Durante l’emergenza sanitaria, Anci Umbria ha messo a disposizione 4 dei suoi volontari a sostegno delle attività della Regione Umbria e degli ISP regionali per l’emergenza COVID; altri 6 hanno svolto il servizio nei Comuni.

 




L’Umbria si oppone alla chiusura delle filiali bancarie e unisce le forze Alla protesta del sindaco di Castel Ritaldi c’è anche Anci Umbria

Tutta l’Umbria unita contro la chiusura delle filiali di banca. E’ quanto accaduto questa mattina, a Castel Ritaldi dove, alla protesta promossa dal sindaco, Elisa Sabbatini, contro la chiusura della locale filiale della Banca Desio, c’era anche Anci Umbria.

Il presidente di Anci Umbria, Michele Toniaccini ha preso parte, insieme ad altri sindaci umbri, al presidio, promosso dal sindaco Sabbatini, alle 11.30 in Piazza Partigiani, nella Frazione de La Bruna. E’ intervenuto anche il segretario generale di Anci Umbria, Silvio Ranieri, il senatore Luca Briziarelli, il consigliere regionale Valerio Mancini, una rappresentanza del sindacato bancario della Fabi e della Uil e tanti cittadini.

“Quando chiude, in un comune, un servizio, essenziale o pubblico che sia – afferma il presidente Toniaccini – è una perdita per l’intera regione. La protesta si svolge a Castel Ritaldi, ma il problema delle chiusure, della desertificazione delle banche è drammaticamente diffusa, non solo in Umbria, ma in tutta Italia. Si stanno perdendo di vista i veri capisaldi delle nostre comunità che sono fatte di persone e servizi. La presenza di filiali bancarie è un servizio imprescindibile per il cittadino. La loro chiusura rappresenta un depauperamento intollerabile dei territori. Ciò è ancora più grave, perché la chiusura avviene soprattutto, ma non solo, in piccoli comuni, con una popolazione per lo più anziana, con collegamenti internet e di trasporto pubblico scarsi. In primo piano, c’è una questione di chiusura di servizi, ma non possiamo dimenticare che c’è anche una questione di posti di lavoro e, in un periodo così difficile, sotto tanti punti di vista, questo tipo di operazioni sono ancora più gravi. E, non da ultimo, c’è una questione sociale sui territori che va ben oltre qualunque tipo di logica e di politica si scelga di attuare”.

Il sindaco Elisa Sabbatini sta portando avanti la sua battaglia da mesi: “Ho cercato con i vertici della banca un dialogo e una risoluzione positiva per i nostri cittadini, per la nostra città e per quelle limitrofe, che non è arrivata. Ho promosso una raccolta firme contro la chiusura che è proseguita anche questa mattina. Le firme raccolte tra lo scorso lunedì mattina e questa mattina sono oltre 400. Mi sono appellata al buon senso di chi governa le banche, perché questo serve: il buon senso di non lasciare intere comunità isolate, piegate, private di quel minimo di servizi che contribuiscono a renderle competitive e attrattive, e che, insieme ad altri servizi, arrestano lo spopolamento. I piccoli comuni, che sono la maggioranza nel nostro paese, concorrono, con dignità e operosità, al prodotto interno lordo e sebbene siano piccoli per dimensioni, sono grandi per le potenzialità che possiedono ed esprimono. Essere piccoli non significa essere da meno delle grandi città, né avere meno diritti. Veniamo penalizzati ingiustamente e con questa protesta, unitamente alla raccolta firma, vogliamo riaffermare i nostri diritti”.

Perugia 22 maggio 2021




Tragedia a Gubbio – Anci Umbria osserva un minuto di silenzio durante l’Ufficio di presidenza

Toniaccini: “Oggi è il tempo di condividere il dolore e stringersi attorno alle famiglie delle vittime sul lavoro, ma occorre un concreto cambio di passo nella sicurezza nei luoghi di lavoro”

“Proprio nel giorno in cui tutta l’Umbria lancia l’ennesimo grido di allarme sulla necessità di rafforzare la sicurezza nei luoghi di lavoro e si stringe attorno ai familiari delle vittime sul lavoro, arriva la notizia di un nuovo e grave incidente, a Terni. La vicinanza ai familiari è un atto sentito ed è fondamentale che tutta la comunità si stringa attorno a loro, perché è tutta l’Umbria a essere colpita, sia per la tragedia di Gubbio, sia ogni volta che si verifica un incidente”: è quanto afferma il presidente di Anci Umbria, Michele Toniaccini che questa mattina, alle 12.00, ha osservato, insieme agli altri membri dell’Ufficio di presidenza, un minuto di silenzio, accogliendo, così, l’appello di Cgil, Cisl e Uil.

“È necessario riportare il lavoro al centro della nostra società, ma che sia lavoro sicuro e dignitoso. In questo senso, il PNRR può rappresentare un valido supporto al cambiamento che tutti auspichiamo, anche in tema di sicurezza nei luoghi di lavoro, come pure il confronto – conclude il Presidente – tra diversi soggetti, dalla Prefettura agli altri livelli istituzionali”.




Campagna vaccinale, l’Arma dei Carabinieri a supporto della popolazione in difficoltà/ Anci Umbria invita i Comuni a contattare la Stazione dei Carabinieri di riferimento

“Anci Umbria ringrazia l’Arma dei Carabinieri di Perugia e Terni per aver sostenuto, presso i comuni umbri, la campagna vaccinale, relativa all’emergenza sanitaria in corso”: è quanto afferma il presidente Michele Toniaccini, a seguito del supporto pratico assicurato dai Carabinieri alla popolazione in difficoltà.

In sostanza, con l’obiettivo di rimuovere ogni ostacolo, a partire da quello digitale, e facilitare la prenotazione on line, i Carabinieri eseguiranno, su richiesta, le operazioni di prenotazione. Attraverso i Comandi provinciali di Perugia e Terni, sarà possibile avere un aiuto nella compilazione della modulistica, presso le Stazioni territoriali (capillarmente diffuse sul territorio), o anche a domicilio per le persone che sono impossibilitate a spostarsi. “I Comuni – afferma il presidente Toniaccini – sono stati invitati a prendere contatto con la Stazione di riferimento del proprio territorio”.

Per il presidente, “questa ulteriore sinergia attesta l’importante rete che si è creata in Umbria a contrasto della diffusione del Covid e a sostegno della campagna vaccinale”.

 

Perugia 6 maggio 2021