Coronavirus – Incontro con le Anci regionali, Decaro: “Cinque miliardi affinché i Comuni possano andare avanti”

I presidenti delle venti Anci regionali, coordinati dal presidente di Anci Marche, Maurizio Mangialardi, e coadiuvati dai segretari e dai direttori delle associazioni territoriali si sono riuniti in videoconferenza con il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, per fare il punto della situazione delle attività svolte dai sindaci e dall’Anci nell’emergenza Coronavirus. La riunione è servita per mettere a fuoco le proposte che l’Anci presenta compatta al tavolo di confronto con il Governo e con le Regioni. L’incontro, al quale sono intervenuti anche il presidente del Consiglio nazionale, Enzo Bianco, e il segretario generale, Veronica Nicotra, è stato aperto dalla relazione del coordinatore delle Anci regionali, Maurizio Mangialardi, che ha sottolineato l’importanza e l’efficacia di “un lavoro svolto in collaborazione dagli amministratori locali e dalle articolazioni regionali dell’associazione dei Comuni”.

Nella sua relazione, Decaro è partito dal calcolo della riduzione della capacità fiscale dei Comuni per via dei provvedimenti assunti dal governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria. “Considerato il difficile recupero in prospettiva – ha detto Decaro – il governo deve prendere consapevolezza di una situazione e far fronte, già nel prossimo decreto, alla richiesta di 5 miliardi che gli enti locali hanno avanzato da tempo per garantire i servizi ai cittadini, anche abbandonando per protesta i lavori della conferenza unificata”.

Nella riunione molti sindaci – tra loro il presidente di Anci Sicilia e sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il presidente di Anci Veneto e sindaco di Treviso, Mario Conte, e il presidente di Anci Liguria e sindaco di Genova, Marco Bucci – hanno condiviso la necessità di rafforzare sempre più una sinergia istituzionale tra livello nazionale e regionale, perché è ormai evidente il ruolo istituzionale e operativo svolto dai sindaci, attraverso l’Anci, nel risolvere criticità e fronteggiare problemi via via che si presentano in questa complessa situazione. Una particolare attenzione da parte dei presidenti delle Anci regionali è stata posta sui rapporti con le Regioni. Con riferimento al possibile avvio della cosiddetta fase due, è stato ribadito che il ruolo dei sindaci e dei Comuni, in prima linea su molti versanti della ripresa di attività, richiede una capacità decisionale più rapida, uno snellimento degli iter burocratici, strumenti straordinari sulla falsariga di quanto si sta prevedendo per le zone terremotate dell’Italia centrale. Infine, è stata sollecitata un’attenzione specifica sulle misure di sicurezza sanitaria che saranno richieste e il cui impatto finanziario sui bilanci comunali chiederà una specifica riflessione da parte del governo.




“LA FASE II”, SE NE E’ PARLATO ALLA CONFERENZA DEI PRESIDENTI DELLE ANCI REGIONALI/ DE REBOTTI: “SERVONO 5 MILIARDI DI EURO, L’AZZERAMENTO FONDO DUBBIA ESIGIBILITA’ E REVISIONE ART. 48”

“LA FASE II”, SE NE E’ PARLATO ALLA CONFERENZA DEI PRESIDENTI DELLE ANCI REGIONALI/ DE REBOTTI: “SERVONO 5 MILIARDI DI EURO, L’AZZERAMENTO FONDO DUBBIA ESIGIBILITA’ E REVISIONE ART. 48”

Decreto Aprile, azzeramento del Fondo di dubbia esigibilità, revisione dell’art.48, valorizzazione dell’artigianato locale sono alcune delle proposte chiave per affrontare la fase II, che il presidente di Anci Umbria, Francesco De Rebotti ha avanzato in sede di Conferenza dei presidenti delle Anci regionali, avvenuta ieri in videoconferenza. La riunione è servita per mettere a fuoco le proposte che Anci presenterà, compatta, al tavolo di confronto con il governo e con le Regioni.

“Punto di partenza – afferma De Rebotti – non può che essere il decreto di Aprile che necessita di un’azione shock, con almeno 5 miliardi di euro da stanziare. Siamo alle porte della fase II e per i sindaci è inderogabile e urgente continuare a dare immediata risposta alle necessità dei cittadini, realizzando tra l’altro uno snellimento e una sburocratizzazione di tutti i procedimenti amministrativi”. De Rebotti ha sottolineato ancora una volta l’impegno fattivo e diretto dei sindaci nell’emergenza Covid-19: “Siamo stati in prima linea, affrontando tutte le difficoltà sociosanitarie ed economiche che si sono presentate. Ciò, nonostante la drammatica condizione economica dei Comuni che rischiano il default. Bisogna che sia chiaro a tutti che se saltano i Comuni, salta tutto il sistema Italia e la sua coesione sociale”.

Per De Rebotti, un’altra priorità è “la necessità di azzerare il Fondo di dubbia esigibilità, perché significherebbe liberare diversi milioni di euro già nelle disponibilità dei bilanci dei Comuni, anche per ridurre in maniera forte il carico della tassazione locale per famiglie e imprese”. C’è poi la questione dell’art. 48: “Fermo restando che si debbano tutelare lavoratori e servizi, sebbene con modalità nuove, l’art. 48 così come è stato scritto non funziona. Deve essere riformulato completamente, perché allo stato attuale obbliga i Comuni a delle azioni che rischiamo di non poter sostenere economicamente. L’art. 48 è tutto sulle spalle dei Comuni, già provati dal punto di vista economico-finanziario e dei bilanci. Per questo, servono risorse dedicate e aggiuntive, unitamente a una più chiara formulazione dello stesso articolo, che ci sottragga a un possibile rischio di danno erariale”. Infine, l’artigianato locale: “Occorre pensare a un nuovo modello, a una sua riconversione e, contemporaneamente, intervenire sulla burocrazia, un groviglio di lacci che rischia di bloccare un sistema di autoproduzione”.

, contemporaneamente, intervenire sulla




COVID-19: BUONI SPESA/ ANCI UMBRIA EFFETTUA UNA PRIMA INDAGINE: TANTE LE DOMANDE PERVENUTE AI COMUNI

COVID-19: BUONI SPESA/ ANCI UMBRIA EFFETTUA UNA PRIMA INDAGINE: TANTE LE DOMANDE PERVENUTE AI COMUNI

 

Sono tante le domande pervenute ai vari Comuni dell’Umbria per ricevere i buoni spesa, a seguito dell’emergenza sanitaria Covid-19 che ha determinato anche una emergenza socio-economica. E’ quanto emerge da una prima indagine effettuata da Anci Umbria, cui seguirà, a fine iniziativa, una più approfondita analisi con tutti i Comuni e con i valori definitivi.

“L’indagine – precisa il segretario generale, Silvio Ranieri – è solo una prima indicazione della situazione, non esaustiva, anche perché molti Comuni stanno ancora ricevendo le domande, altri non hanno terminato la fase di accettazione. E c’è chi ha riaperto i termini per la presentazione delle domande. I dati sono, dunque, assolutamente parziali. Si segnala anche che i criteri adottati per l’assegnazione dei buoni spesa sono diversi da Comune a Comune e, quindi, difficilmente paragonabili fra loro. Inoltre, alcuni Comuni hanno scelto di non adottare il sistema dei buoni spesa, ma di consegnare pacchi spesa e altri, invece, hanno unito le due modalità, i buoni spesa e pacchi spesa”.

Alla data di venerdì 10 aprile, al Comune di Perugia sono pervenute circa 4mila domande; al Comune di Norcia, le domande sono 135, mentre il Comune di Marsciano, attraverso la Protezione Civile e la collaborazione di Associazioni del Terzo Settore, tra cui Caritas, ha provveduto direttamente all’acquisto di beni alimentari di prima necessità e alla relativa distribuzione ai soggetti aventi diritto. A Panicale è pervenuto un centinaio di domande. Città di Castello segnala 575 domande, Spoleto 489, cui ha aggiunto i pacchi alimentari. Sono oltre mille le domande stimate al Comune di Terni; ad Assisi sono circa 750; a Orvieto 450. Alla data del 7 aprile, a Narni 286; a Valfabbrica 51; a Parrano 18, a Montone 25; a Sant’Anatolia di Narco 11; a Cerreto di Spoleto 21; a Ferentillo 40; a Castel Ritaldi 48; a Poggiodomo 3; a Scheggino 14; a Campello sul Clitunno 56; a Cannara 88; a Citerna 23; a Magione 175; a Cascia 81; ad Avigliano Umbro 40; ad Amelia 134; a Lugnano in Teverina 48; e a San Venanzo 25.

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ANCI UMBRIA, COOPERATIVE SOCIALI E SINDACATI INSIEME PER I SERVIZI EDUCATIVI, TUTELA DEI PIU’ FRAGILI E DEI LAVORATORI – ACCORDO FRA LE PARTI

ANCI UMBRIA, IL MONDO DELLA COOPERAZIONE E DEL SINDACATO INSIEME PER IL RILANCIO DEI SERVIZI EDUCATIVI, LA TUTELA DEI PIU’ FRAGILI E DEI LAVORATORI/

QUESTA MATTINA, L’ACCORDO FRA LE PARTI

 

Dare risposte urgenti, in questa fase straordinaria di emergenza sanitaria e socio-economica del paese, ai bisogni degli anziani, dei disabili, delle persone in difficoltà, dei bambini e alle loro famiglie, e contemporaneamente, salvaguardare la continuità retributiva dei lavoratori operanti nei servizi e gli operatori del terzo settore che instancabilmente e con professionalità lavorano in questa situazione così critica: è questo, in sintesi, l’obiettivo dell’accordo raggiunto, questa mattina, in videoconferenza, fra Anci Umbria, Legacoopsociali Umbria, Federsolidarietà-Confcooperative Umbria, Agci Solidarietà Umbria, Cgil Funzione pubblica, Cisl Federazione lavoratori pubblici e dei servizi, Federazione Italiana Sindacati Addetti Servizi Commerciali e del Turismo – CISL Umbria, Uil Federazione Poteri Locali.

“Il protocollo – commenta il presidente di Anci Umbria, Francesco De Rebotti – ha una duplice validità: da un lato, tutela le persone più fragili, offre un sostegno concreto alle famiglie e agli utenti in un momento di sospensione dei servizi e delle attività assistenziali, educative, di socializzazione e cura, con ancora più forza, dettata proprio dal momento di emergenza straordinaria. Ciò anche in ottemperanza al principio generale, giusto e condivisibile, di non lasciare indietro alcuno; dall’altro, tutela i lavoratori del terzo settore”.

Le centrali cooperative e le organizzazioni sindacali esprimono “soddisfazione” per l’accordo con ANCI Umbria che si aggiunge alla delibera adottata dalla Regione Umbria la scorsa settimana sull’applicazione dell’Art. 48 del decreto Cura Italia.

“Il lavoro fatto in queste settimane con Regione Umbria e ANCI – affermano i rappresentanti della cooperazione e del sindacato – rappresenta un importante strumento per garantire, nell’emergenza, adeguati servizi di welfare ai cittadini e diritti e dignità ai lavoratori del sociale. Un’esperienza pilota a livello nazionale che costituisce anche il punto di partenza per iniziare il necessario lavoro di ricostruzione del Paese e dell’Umbria, che impegnerà tutti nei prossimi mesi”.

Il provvedimento è stato adottato in attuazione dell’articolo 48 del decreto-legge 17 marzo 2020, n.18 (“Cura Italia”) recante «Misure di potenziamento del servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19» e prevede “l’impegno delle cooperative sociali a rimodulare e riorganizzare i servizi di welfare, sospesi a causa delle misure di contenimento del contagio da COVID19 in accordo con i Comuni e le ASL dell’Umbria e l’impegno delle amministrazioni pubbliche umbre a pagare integralmente i servizi riorganizzati o rimodulati. Per il periodo transitorio di marzo e aprile 2020, inoltre, l’accordo prevede che i servizi sospesi saranno integralmente fatturati dalle cooperative sociali e integralmente pagati dalle amministrazioni pubbliche.

Le cooperative sociali – in applicazione dell’Art. 48 del decreto Cura Italia – non utilizzeranno gli ammortizzatori sociali e garantiranno piena retribuzione a tutti i lavoratori occupati nei servizi sospesi, ma comunque pagati dai Comuni e dalle ASL alle cooperative sociali. Inoltre condividono la richiesta delle Organizzazioni Sindacali di prevedere un costante confronto sulla Salute e Sicurezza dei lavoratori e di prevedere la distribuzione al personale di DPI adeguati per qualità e numero all’emergenza”.

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CORONAVIRUS: CHIUSURA DEGLI ESERCIZI COMMERCIALI/ IL PRESIDENTE DI ANCI UMBRIA, DE REBOTTI, SCRIVE AI SINDACI

CORONAVIRUS: CHIUSURA DEGLI ESERCIZI COMMERCIALI/ IL PRESIDENTE DI ANCI UMBRIA, DE REBOTTI, SCRIVE AI SINDACI

In una lettera inviata oggi ai sindaci dell’Umbria, il presidente di Anci Umbria e sindaco di Narni, Francesco De Rebotti, informa i primi cittadini di aver predisposto una ordinanza per “la chiusura, nelle giornate di domenica 12 aprile, giorno di Pasqua, e lunedì 13 aprile, Lunedì dell’Angelo, di tutti gli esercizi commerciali di generi alimentari e di prima necessità, sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato, sia nell’ambito della media e grande distribuzione (compresi i centri commerciali che insistono sul territorio comunale), fatte salve le farmacie e le edicole di turno nel giorno di Pasqua”.

“Si tratta di una misura – commenta il presidente De Rebotti – che scongiura eventuali assembramenti nei negozi in queste giornate ancor più particolari, anche per coloro che effettueranno controlli intensificati. Di conseguenza, tutela la salute dei lavoratori e dei cittadini”.

Il presidente invita, dunque, tutti i sindaci a “valutare la possibilità di predisporre una ordinanza simile, con l’intento di garantire due giorni di interruzione lavorativa a chi, in questo periodo di emergenza, è sottoposto a uno stress non solo fisico, ma, a causa delle stringenti misure igienico-sanitarie, anche psicologico”.




PIÙ DI 3.600 MASCHERINE FFP2 E 35.000 CHIRURGICHE DISTRIBUITE AI COC/ NOTA DI ANCI UMBRIA

PIÙ DI 3.600 MASCHERINE FFP2 E 35.000 CHIRURGICHE DISTRIBUITE AI COC/ NOTA DI ANCI UMBRIA

Il materiale distribuito ai Centri Operativi Comunali, da inizio emergenza a ieri, riguarda 3602 mascherine FFP2, 35.000 mascherine chirurgiche, 144.350 mascherine monovelo, 28.700 guanti in lattice e 328 confezioni da 500 ml di gel igienizzante. Sono solo alcuni dei dati trasmessi dai tecnici di Anci Umbria ProCiv che, insieme al personale Anci Umbria e Federsanità Umbria, lavorano a fianco della Regione Umbria, soprattutto in questa fase di emergenza sanitaria.

Tutta l’attività di ripartizione dei dispositivi è infatti gestita dalla funzione Materiali Mezzi – tecnico logistica  e  dalla funzione Volontariato, in stretto raccordo con la funzione Enti locali – Coordinamento centri operativi del C.O.R., presieduta dai tecnici di Anci Umbria, mentre la consegna degli stessi presso i C.O.C., è realizzata da gruppi e associazioni di Protezione Civile del territorio, che hanno messo in campo oltre cento volontari.

Anci Umbria Prociv è presente ogni giorno presso il Centro di Protezione Civile della Regione Umbria a Foligno, lavorando a stretto contatto con il personale della Protezione Civile regionale, professionisti che ogni giorno in turni di 24 ore, lavorano per assicurare la distribuzione puntuale di tutto il materiale necessario.

 “È straordinario il lavoro, silenzioso, ma fondamentale, che la Protezione Civile sta svolgendo. C’è un’importante azione di sinergia – afferma il segretario generale di Anci Umbria, Silvio Ranieri – fra la nostra Associazione, la Regione Umbria, i Comuni e le altre componenti del Sistema, tra cui il volontariato sanitario e di protezione civile locale. Una complessa macchina che sta lavorando ininterrottamente per garantire, a tutto il territorio regionale, il supporto necessario a salvaguardare la salute dei cittadini, che è obiettivo prioritario. Vorrei ringraziare tutto il personale di Anci Umbria, Anci ProCiv e Federsanità e della Protezione Civile regionale che sta lavorando giorno e notte per assicurare a tutti i rifornimenti”.

 




ACCORDO MUTUI ENTI LOCALI TRA ABI, ANCI e UPI

ABI, ANCI e UPI hanno sottoscritto un Accordo per la sospensione per un anno della quota capitale dei mutui che scadono nel corso del 2020 dei Comuni e delle Province e per poter disporre di liquidità aggiuntiva per sostenere le maggiori spese conseguenti agli effetti indotti dalla diffusione del COVID-19 ( IN ALLEGATO IL PROTOCOLLO)

 

I Comuni stanno mettendo in campo una serie di provvedimenti che gravano sui propri bilanci. La sospensione della quota capitale dei mutui dà un importante aiuto, e unita a quanto previsto dal Governo a favore dei Comuni può permette di non incidere sui servizi che gli enti continuano ad erogare.

L’accordo sottoscritto in data odierna prevede anche:

 

– la possibile sospensione del pagamento della quota capitale delle rate dei mutui in essere in scadenza nel 2020, per un periodo di sospensione di 12 mesi,

– che non siano modificate le condizioni economiche previste contrattualmente (il tasso di interesse al quale viene realizzata l’operazione di sospensione è quello originariamente previsto nel contratto e le banche aderenti non applicheranno alcuna commissione all’operazione di sospensione),

– che gli interessi maturati nel periodo di sospensione siano corrisposti alla banca alle scadenze contrattualmente previste,

– che al termine del periodo di sospensione, la banca estenda la durata del piano di ammortamento originario di 12 (dodici) mesi.

 

L’Accordo si applica ai Comuni, alle Province e agli altri enti locali che intendono aderire: città metropolitane, comunità montane, unioni di comuni e consorzi fra enti locali.

Leggi il testo dell’accordo




ANCI UMBRIA – DE REBOTTI: NOI SINDACI IN PRIMA FILA, ATTENDIAMO DI CAPIRE COME AIUTARE I NOSTRI CITTADINI

COMUNICATO STAMPA

ANCI UMBRIA – DE REBOTTI: NOI SINDACI IN PRIMA FILA, ATTENDIAMO DI CAPIRE COME AIUTARE I NOSTRI CITTADINI

 

 

Il Presidente di Anci Umbria Francesco De Rebotti a seguito della conferenza stampa del Presidente del Consiglio Conte:

“Stiamo seguendo con attenzione le novità emerse dalla conferenza stampa di questa sera e ci predisponiamo a capire con quali tempi, procedure, criteri e risorse effettive potremo affrontare il ruolo che ci è stato assegnato.

Cercheremo di gestire al meglio un’aspettativa che i nostri cittadini non dovranno vedere delusa: un sostegno a coloro che stanno vivendo una fase di difficoltà straordinaria.

Per questo nelle prossime ore e congiuntamente esamineremo gli atti ufficiali e ne daremo una consapevole ed oggettiva valutazione”.

 

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COMUNICATO: SULLA SOSPENSIONE DI TASSE E TRIBUTI, ANCI UMBRIA INTENDE AGIRE UNITARIAMENTE/ NOTA DEL PRESIDENTE DE REBOTTI

“Agire in modo unitario, predisponendo una proposta comune e condivisa sulla sospensione di tasse e tributi”. A questo sta lavorando il presidente di Anci Umbria e sindaco di Narni, Francesco De Rebotti che ha annunciato: “Lunedì prossimo farò il punto della situazione, insieme a tutti i sindaci,

DE REBOTTI- SOSPENSIONE TASSE E TRIBUTI




COVID19 – I SINDACI UMBRI DISPONIBILI AD UN ACCORDO PER REGOLAMENTARE GLI ORARI ATTIVITA’ DI DISTRIBUZIONE GENERI PRIMA NECESSITA’

 

I SINDACI UMBRI DISPONIBILI AD ACCORDO PER REGOLAMENTARE ORARI ATTIVITA’ DI DISTRIBUZIONE GENERI PRIMA NECESSITA’

 

 

Come sindaci dell’Umbria ci sentiamo in dovere di farci carico delle tantissime sollecitazioni che ci provengono quotidianamente da parte delle lavoratrici e dei lavoratori dei supermercati o delle attività di distribuzione di generi di prima necessità al servizio dei cittadini.

Sappiamo benissimo di non poter agire direttamente, come magari vorremmo, ma il nostro ruolo e la nostra coscienza ci impongono di fare un appello al senso di responsabilità di tutti.

In un periodo di emergenza, come quello che stiamo attraversando, noi Sindaci dobbiamo saper tutelare anche chi da settimane sta garantendo, con il proprio lavoro, il regolare approvvigionamento dei beni di prima necessità.

Per questo ci rendiamo disponibili ad un accordo complesso, così come è avvenuto in altre regioni italiane (Es: Lazio), che nel periodo di emergenza regolamenti gli orari di apertura e chiusura degli esercizi, in modo da garantire il necessario riposo ed una vita normale anche a tutte le lavoratrici ed i lavoratori di supermercati ed attività di distribuzione di generi di prima necessità che dall’inizio di questo “periodo critico” sono impegnati in prima linea.

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EMERGENZA COVID-19 DIRETTIVA DEL MINISTERO DEL LAVORO- INDICAZIONI PER ATTIVAZIONE SMART WORKING NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

DIRETTIVA N. 2/2020 

Oggetto: indicazioni in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 nelle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2020

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EMERGENZA COVID 19 – ANCI UMBRIA SCRIVE A POSTE ITALIANE PER LA RIAPERTURA DELLE SEDI CHIUSE

COVID 19: RIMODULAZIONE-CHIUSURA DEGLI UFFICI POSTALI/ ANCI UMBRIA SCRIVE A POSTE ITALIANE PER LA RIAPERTURA DELLE SEDI CHIUSE

  

In una lettera indirizzata a Poste Italiane e, per conoscenza, alla Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ai Prefetti di Perugia e Terni, rispettivamente Claudio Sgaraglia e Emilio Dario Sensi, il presidente Anci Umbria Francesco De Rebotti e il Coordinatore Piccoli Comuni umbri Federico Gori chiedono la riapertura degli Uffici Postali chiusi, a seguito dell’emergenza sanitaria in corso.

Di seguito la lettera:

“La rimodulazione/chiusura di alcuni Uffici Postali, a seguito del Covid 19, soprattutto in aree interne e periferiche del nostro territorio regionale, sta creando forti disagi ai cittadini e alle nostre comunità.

Anci Umbria ha raccolto diverse segnalazioni da parte dei sindaci, evidenziando come la chiusura abbia determinato un impatto negativo sui territori. Pur comprendendo la situazione che, peraltro, è complessa per tutti, a partire dai cittadini, tuttavia si ricorda che il servizio rientra fra quelli essenziali. Gli Uffici Postali sono un presidio che erogano servizi di primaria necessità. Non solo. In un momento di grandissimo disagio come quello attuale, con l’emergenza sanitaria in corso, la chiusura provoca un ulteriore grave danno all’intera comunità. Occorre anche pensare a quei centri in cui vivono soprattutto anziani che utilizzano gli Uffici Postali per il pagamento delle utenze o per il prelievo di contanti. E’ bene ricordare anche che il taglio delle corse dei bus ha isolato alcuni territori, rendendo impossibile per alcune persone persino riscuotere la pensione. Inoltre, in alcuni piccoli centri, non ci sono sportelli bancari e dunque, gli Uffici Postali sono l’unico strumento per talune operazioni.

Proprio il decreto ministeriale, cui Poste Italiane fa riferimento nell’assunzione di tale decisione, vieta spostamenti e assembramenti. Ma la chiusura di alcuni uffici determina necessariamente un afflusso di persone concentrato in altre sedi, a loro volta interessate da provvedimenti di forte riduzione degli orari di apertura, aggiungendo in tal modo disagio al disagio.

Con la presente, Anci Umbria chiede l’immediata riapertura di quegli uffici arbitrariamente chiusi, per mantenere un servizio essenziale di pubblica utilità e, in ogni caso, la possibilità di valutare e concordare insieme ogni decisione, nel rispetto dei ruoli di ciascuno”.

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Perugia, 14 marzo 2020