Finanziato con il fondo Fami 2021-2027, vede come soggetto capofila l’Usl Umbria 1 e come partner Usl Umbria 2, Anci Umbria, Cidis Impresa Sociale ets e Famiglia Nuova Società Cooperativa Sociale
In Umbria (al 15 luglio 2025) sono 2.386 i migranti presenti nelle strutture di prima accoglienza Cas, 477 i Richiedenti titolari di protezione internazionale nelle Sai
Perugia, 31 luglio 2025 – Assicurare la tutela della salute degli Rtpi (Richiedenti e titolari di protezione internazionale), inclusi i Msna (Minori stranieri non accompagnati), in condizioni di vulnerabilità fisica e/o psichica presenti nei centri di accoglienza del territorio (Cas e Sai) attraverso: la promozione di un modello integrato ed uniforme di governance territoriale tra servizi sociali e sanitari; l’attivazione di servizi dedicati al supporto della gestione della presa in carico degli Rtpi da integrare ai servizi (sociale e salute) presenti sul territorio; il rafforzamento delle competenze degli operatori sociali e sanitari nella gestione della presa in carico dei Rtpi e percorsi di alfabetizzazione sanitaria rivolti al target group. Con questo obiettivo nasce il progetto Safe (Salute e accoglienza per le fragilità emergenti), finanziato con il Fondo Fami (Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione) 2021-2027, che vede come soggetto capofila l’Usl Umbria 1 e come partner Usl Umbria 2, Anci Umbria, Cidis Impresa Sociale ets e Famiglia Nuova Società Cooperativa Sociale.
Il progetto è stato presentato giovedì 31 luglio, presso la sala Fiume di palazzo Donini di Perugia, alla presenza di Stefania Proietti, presidente Regione Umbria, Emanuele Ciotti, direttore generale Usl Umbria 1, Federico Gori, presidente Anci Umbria, Simona Carosati, responsabile Servizio di igiene e sanità pubblica Usl Umbria 2, Laura Panella, referente Cidis onlus Umbria, ed Enrico Battini, coordinatore area adulti sociale Famiglia Nuova. Ha coordinato l’iniziativa Palmiro Riganelli, responsabile Formazione, Ricerca e Sviluppo risorse dell’Usl Umbria 1 e project manager del progetto Safe.
La conferenza stampa è stata aperta dal direttore Emanuele Ciotti che ha illustrato il progetto Safe sottolineando che “si tratta di un progetto importante, voluto e supportato dalla Regione Umbria. Prevede una partnership tra pubblico e privato – ha proseguito – in cui le Usl umbre si occupano di potenziare ed aprire ambulatori per migranti. Ma l’aspetto più importante di questo progetto è la conoscenza dei servizi, che devono essere conosciuti e compresi. In questo contesto, Safe prevede un lavoro di alfabetizzazione sanitaria, rivolta ai richiedenti e titolari di protezione internazionale e ai minori stranieri non accompagnati presenti nel territorio regionale, realizzato in collaborazione con i partner privati”. Nella Usl Umbria 1 l’ambulatorio migranti, in funzione nel Distretto del Perugino, nel 2024 ha gestito oltre 100 pazienti.
Subito dopo Federico Gori ha dichiarato: “Come presidente di Anci Umbria e come cittadino di questa regione, desidero ringraziare tutti i partner coinvolti in questo progetto. Stiamo consolidando un modello di governance interistituzionale e multilivello, in cui i Comuni sono già protagonisti nell’ambito dell’accoglienza, ciascuno secondo le proprie competenze. Questo progetto, focalizzato sulle fragilità emergenti, rappresenta un’opportunità concreta per delineare un modello da integrare nel Piano socio-sanitario regionale. È un segnale di speranza verso un’integrazione sempre più inclusiva e solidale”.
Laura Panella ha parlato di “un progetto che mette al centro tematiche sociali” e ha raccontato quale contributo darà Cidis a partire dalle “attività di formazione ed orientamento dei servizi sanitari, alla costruzione di un think-tank regionale sul tema delle mutilazioni dei genitali femminili, ai percorsi di alfabetizzazione sanitaria con dei laboratori. Speriamo che tutte le azioni vengano adottate dal territorio post progetto per una crescita sociale ed economica della nostra regione”.
Simona Carosati ha sottolineato che nell’Usl Umbria 2 era assente l’ambulatorio migranti e che l’Azienda sanitaria ha preso come riferimento quello operativo nel Distretto del Perugino dell’Usl Umbria 1. Grazie a questo progetto, “sono stati aperti due ambulatori – ha detto – nell’area del folignate e del ternano con l’obiettivo di dare prestazioni di prossimità. L’Umbria è una terra di accoglienza e lo deve essere soprattutto per chi si occupa di salute”.
Enrico Battini ha parlato del supporto che darà Famiglia Nuova con l’équipe mobile multiprofessionale che avrà il compito di “incontrare le persone, a prescindere dalla patologia o fragilità presente per favorirne l’eventuale presa in carico. L’obiettivo è di garantire a queste persone il loro diritto alla salute da gestire in autonomia, in un’ottica educativa”.
“Sono orgogliosa della nostra sanità pubblica. Con questo progetto affrontiamo una lacuna legata all’interconnessione tra migrazione e servizi di accoglienza. È un’iniziativa sperimentale pensata per creare un modello stabile di inclusione, in piena coerenza con i principi della Costituzione. Nato all’interno del sistema sanitario, questo progetto riflette pienamente la nostra visione politica”, ha concluso la presidente Stefania Proietti.
LE AZIONI DI PROGETTO – Il progetto, di durata triennale, prevede cinque azioni tra cui attuare e stabilire un modello di governance Territoriale multilivello per l’assistenza sociosanitaria dei Rtpi, attraverso l’istituzione di Cict (Comitati integrati di Coordinamento territoriali) per la definizione/adozione di standard assistenziali e protocolli operativi sociosanitari in grado di promuovere una presa in carico integrata uniforme sul territorio regionale. A seguire è in programma la promozione di interventi che consentano di introdurre nell’erogazione delle attività elementi e modalità metodologiche innovative di accoglienza e presa in carico dei bisogni socio-sanitari dei destinatari. In questo contesto le due Usl umbre lavoreranno per il potenziamento e l’apertura di ambulatori per migranti. Previste anche: l’attivazione di una Emm (Equipé mobile Multiprofessionale) con interventi di prevenzione, presa in carico e reinserimento; la consulenza antropologica e supervisione antropologica ed etnoclinica sui casi in carico all’Emm. L’équipe multiprofessionale e la mediazione linguistico-culturale vanno a rafforzare i servizi sanitari e sociali per la gestione delle vulnerabilità dei migranti. Supportare in chiave interculturale ed in chiave antropologica etnoclinica i servizi sociali e sanitarie regionali, gli enti privati, gli Ambulatori Migranti e l’Equipe mobile multiprofessionale nella presa in carico di Rtpi attraverso interventi del Servizio Regionale di Mediazione culturale e linguistica e interventi del Servizio di Consulenza Antropologica e Mediazione Etnoclinica. Rafforzare il capacity building degli operatori pubblici e privati, dei relativi servizi e della rete attraverso interventi formativi e di apprendimento cooperativo in grado di interessare trasversalmente i processi socio-sanitari volti alla tutela della salute dei Rtpi e favorire il corretto accesso dei richiedenti e titolari di protezione internazionale, con particolare riferimento ai Rtpi accolti nelle strutture del territorio regionale, ai servizi sanitari attraverso azioni di health literacy e orienteering. Garantire una comunicazione efficace per il coinvolgimento attivo di tutti gli stakeholder interessati al progetto, la promozione degli interventi progettuali presso il pubblico di riferimento assicurando la trasparenza e l’accesso alle informazioni relative alle azioni intraprese.
IL CONTESTO REGIONALE IN NUMERI – In Italia il numero degli migranti sbarcati, a decorrere dal primo gennaio 2025 al 20 luglio 2025, è pari a 36.545 (fonte cruscotto statistico del Ministero dell’Interno), di cui 6.545 minori stranieri non accompagnati. In Umbria (al 15 luglio 2025) sono 2.386 i migranti presenti nelle strutture di prima accoglienza Cas (gestite dalle Prefetture di Perugia e Terni), di questi 1.697 sono presenti nelle strutture di prima accoglienza della Provincia di Perugia e 689 in quelle della Provincia di Terni. Invece, sono 477 i Richiedenti titolari di protezione internazionale presenti nelle strutture di seconda accoglienza del Sai (Sistema accoglienza ed integrazione), a titolarità dei Comuni umbri.
Rispetto al sistema di accoglienza Sai, in Umbria sono attivi 16 progetti di cui 10 per categorie ordinarie, 5 per Msna e 1 dedicato all’accoglienza delle vulnerabilità (per 6 posti complessivi). I Comuni titolari dei progetti sono 13: Castel Ritaldi, Corciano, Foligno, Gualdo Tadino, Gubbio, Magione, Massa Martana, Narni, Orvieto, Panicale, Perugia, Spoleto e Terni.
Circa il 70% degli Rtpi e Msna presenta delle vulnerabilità psico-sociali generali. I richiedenti e titolari di protezione internazionale sono una popolazione a elevato rischio di sviluppare sindromi psicopatologiche a causa della frequente incidenza di esperienze stressanti o propriamente traumatiche. La tutela della salute delle persone migranti è una garanzia sancita dalle norme internazionali, nazionali e regionali. La definizione di Piani Regionali per la Salute dei migranti è l’occasione per facilitare e/o potenziare percorsi già in atto, e comunque rappresentano un’opportunità per valorizzare e sostenere i servizi sanitari e socio-sanitari a favore dei migranti sul territorio nazionale e creare una governance multilivello in tale ambito.